La SACI fa 40 anni

La SACI (Studio Art Centers International) festeggia il suo 40esimo anniversario. La scuola d’arte americana più antica e prestigiosa fondata a Firenze dall’artista Jules Maidoff nel 1975, fin dalla sua nascita ha rappresentato un punto di riferimento per studenti, ma anche per artisti, storici dell’arte, restauratori di tutto il mondo che hanno avuto qui l’opportunità di frequentare corsi di alto standard formativo e allo stesso tempo di immergersi nella cultura e nella storia fiorentina. Sono più di 10mila gli studenti che hanno completato la preparazione artistica alla SACI e alcuni di loro sono adesso artisti di fama internazionale. Fra questi Jean-Pierre Roy, che ha frequentato la scuola nel 1994 e adesso vive e lavora a New York. O ancora Jennifer Allora e Guillermo Calzadilla, altri due artisti di fama internazionale che hanno dato vita al loro sodalizio artistico proprio a Firenze. Così come sostiene il fondatore della scuola Maidoff, da sempre è stato interesse della SACI formare i giovani, aiutandoli a diventare artisti e supportandoli nello sviluppo di un linguaggio autonomo e personale: “Per noi è fondamentale far lavorare i ragazzi con dei veri artisti, partendo dal presupposto che l’educazione artistica sia molto più che una trasmissione di competenze tecniche”.

In occasione di questa importante ricorrenza il maestro racconta in un’ampia intervista il percorso che lo ha portato alla fondazione della SACI insistendo sui i valori e la mission dell’istituto internazionale, tutto a partire dalla sua esperienza di studio in Italia a cui è seguita la decisione di trasferirsi definitivamente nel ‘73, lasciando New York e il movimento sessantontino americano: «Il mio intento principale era quello di dare vita ad una scuola diversa che fosse innanzi tutto senza scopo di lucro: ritengo infatti che l’arte non sia un prodotto e che pertanto la qualità di una scuola non possa essere valutata in termini economici, ma attraverso i risultati che emergono dagli studenti. (…) Ritengo che tutti abbiano in sé talenti e abilità, ma un artista può essere considerato tale solo se riesce ad esprimerli attraverso un proprio criterio, un linguaggio autonomo, producendo un lavoro unico, diverso da quello altrui, a differenza dall’artigiano la cui attività è invece quella di fare un ‘prodotto’ o riprodurre la realtà. In tal senso l’educazione artistica va ben oltre una semplice trasmissione di competenze, costituendo a mio avviso una comunicazione del mistero esistenziale. La SACI ha dentro sé tutti questi principi. Nella scuola si prova a sensibilizzare, dare fonti d’ispirazione, facendo conoscere la storia, organizzando visite alle mostre, mettendo in relazione gli studenti con dei veri artisti, in modo che possano condividere con loro i progetti e sia presente un continuo scambio tra insegnante-artista e allievo/a».