Donne e Mediterraneo

Le donne nella nuova stagione del Mediterraneo, la conferenza internazionale organizzata a Valencia dalla fondazione Terzo pilastro Italia e Mediterraneo, ha centrato i suoi obiettivi inaugurando un forum permanente per tenere sempre vivo il dialogo tra le donne del Mediterraneo sulle sfide cruciali che coinvolgono tutta l’area del mare nostrum. Il summit di due giorni si è significativamente svolto nella Ciudad de las Artes y las Ciencias, il grandioso complesso architettonico progettato da Santiago Calatrava, all’interno del museo Oceanografico, il più vasto parco marino in Europa. Autorevoli voci femminili dalla sponda nord e sud del Mediterraneo hanno scambiato le loro testimonianze e avanzato proposte concrete per tracciare strategie di sviluppo e confermare le donne come agenti di integrazione e progresso di un’area geopolitica caratterizzata al contempo da profonde identità e differenze.

«Questo appuntamento mi sta particolarmente a cuore in quanto sono le donne, a mio modo di vedere, le vere protagoniste di quella che è stata la stagione, sicuramente positiva per molti aspetti, che viene definita Primavera araba: un grande sommovimento a livello intellettuale e sociale finalizzato al raggiungimento di un’elevazione che mirava all’instaurazione della democrazia nei paesi del Maghreb – afferma il presidente della fondazione Terzo pilastro Emmanuele Emanuele – questa speranza in molti casi è stata tradita e oggi vediamo come molte delle protagoniste non sono qui tra noi perché colpite dalla furia cieca e assurda dell’integralismo, che ne ha fatto delle vittime o delle martiri. Siamo anche consci di dover constatare come quel processo sognato e ipotizzato si stia, purtroppo, spegnendo di fronte a una reazione basata su convincimenti anche religiosi che ne stanno minando le fondamenta. Ma resta, tuttavia, il ruolo delle donne, le vere artefici, da sempre, dell’evoluzione della società, nonché nostra prima speranza per il futuro del Mediterraneo».

Nell’anfiteatro dell’Auditorium Mar Rojo, col suo splendido acquario, quasi un simbolo del destino che accomuna i popoli del Mediterraneo, il simposio ha visto avvicendarsi le testimonianze di relatrici provenienti da tredici diversi paesi affacciati sul mare, eminenti personalità che si distinguono per il loro impegno nell’economia, nella cultura e nella società civile. La domanda fondamentale a cui individuare risposte è: Come trasformare il Mediterraneo in uno spazio comune, invece dell’abisso in cui le barche e i sogni affondano?. Ne è emerso che l’identità femminile non è un qualcosa di fisso ma in evoluzione e che è ancora lungo il cammino per raggiungere una parità di genere che possa dirsi effettiva e non solo formale. In molte aree del Mediterraneo il libero accesso all’indipendenza economica, all’istruzione e all’espressione artistica è ancora inibito al mondo femminile. Il Mar Mediterraneo è un crocevia unico, sterminato patrimonio di saperi e di visioni e, come ha sottolineato Simonetta Agnello Hornby, «l’emigrazione è una ricchezza e un diritto degli esseri umani a muoversi».

Fondamentale è quindi il ruolo della cultura, perno di molte iniziative della fondazione Terzo pilastro, che si rivela motore di crescita attraverso scambio di idee e costruzione di percorsi tra i popoli affacciati su un mare che è culla feconda di antiche e profonde civiltà. La conferenza internazionale ha gettato le basi per La carta di Valencia, un’agenda di priorità che le donne del Mediterraneo pongono all’attenzione pubblica attraverso una rete di mezzi di comunicazione, come obiettivi della leadership femminile nel cambiamento. Perché mettendo costantemente in relazione reciproche esperienze e proposte si può far in modo che il Mediterraneo torni a essere la chiave della futura prosperità materiale e spirituale.

Info: www.fondazioneterzopilastro.it

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