Farm Cultural Park

Ciò che è fuori dal comune a volte spaventa, a volte stupisce. Favara, un comune siciliano a pochi chilometri da quella che fu la valle dello splendore, è sede di Farm Cultural Park un’emergente e qualificata realtà culturale. Il centro culturale e turistico contemporaneo diffuso, così come definito dai suoi ideatori, è situato nel cuore della città, nei cosiddetti sette cortili, anticamente sorti come alloggi per il personale di servizio dei palazzi nobiliari adiacenti. Nato nel 2010, dallʼacquisizione e riqualificazione privata di piccole case di due o tre piani, presenti nei sette cortili, è divenuto in breve fulcro artistico e centro culturale di riferimento dellʼintero territorio siciliano e non solo. Qui vengono ospitate installazioni site-specific, mostre permanenti, workshop e interventi temporanei di artisti italiani e stranieri. A monte di tutto, il desiderio di poter dare un futuro a se stessi, ai propri figli, alla collettività. Soprattutto se la terra in cui si vive è aspra, intrisa di sudditanze e di mal di vivere. Terra invidiata da chi non ci è nato e respinta da chi ci vive da sempre, perché non offre nulla di buono. La necessità di far nascere quella che poi è diventata la Farm sfocia dallʼesigenza personale e fondamentale di Andrea Bartoli e Florinda Saieva, compagni di vita, di attivarsi nella propria terra natale con la propria famiglia. Passione e curiosità hanno guidato tale innovazione, generando un rilevante progresso sociale in cui il cambiamento è stato accettato quasi come fosse la norma, senza troppe difficoltà.

Questo non significa non aver trovato ostacoli. Primo fra tutti lʼessere legati a un patrimonio storico artistico notevole, in cui la Sicilia, centro del mediterraneo, ha raccolto tutti i popoli che hanno impresso le loro testimonianze millenarie senza lasciare molto spazio ad altro. Lʼarte contemporanea è universalmente materia per pochi, rispetto allʼarte antica e moderna. Ma è stata proprio questʼultima a permettere la riqualificazione sociale e territoriale di Favara. Ridefinendo la possibilità di abitare gli spazi con nuove forme di significato e di senso. Predisponendo il giovane, il grande e l’anziano a una lettura delle cose, della vita, e trarne i tanti significati a lei connessi. Soprattutto ha permesso di rinnovare e dare una nuova identità al paese che la ospita. “Happiness is everywhere” oltre che essere il motto della Farm è anche un modo di pensare, di agire, di comunicare. Lʼironia, la denuncia, la presa di coscienza, il capovolgimento della realtà sono temi molto cari ai suoi ideatori e agli artisti che vi partecipano. Interessante è la mancanza di un curatore che scelga gli artisti, indipendentemente dal nome e dalla carriera artistica del singolo. Infatti vengono invitati a collaborare i giovani cultori purché propongano importanti novità in linea con il linguaggio stesso della Farm. Farm Cultural Park è ad oggi integralmente sostenuto da privati. Molti amici di Andrea e Florinda si sono uniti acquistando e ristrutturando a loro volta altre case, mettendo a disposizione competenze ed energie per la ricerca di fondi, tutti privati. La Farm conferma ed evoca la sua forza nel coinvolgere continuamente, nellʼaffrontare gli inevitabili inconvenienti in cui ci si imbatte nel quotidiano per realizzare i propri progetti. Dimostra che è proprio dalla convinzione di non arrendersi alle difficoltà che gli atti creativi si sviluppano quasi per magia.

FARM Cultural Park, Cortile Bentivegna – Favara (Agrigento); info: www.farm-culturalpark.com

 

Articoli correlati