Dalla macchia al decadentismo

Montepulciano è un comune toscano in provincia di Siena che conta circa 15 mila abitanti. Se c’è una ragione per la quale è famoso nel mondo è certo per il suo vino. Parallela a questa produzione il comune affianca oramai da anni un’intensa attività culturale che prende il 10 percento del bilancio comunale. Da questo tipo di attenzione sono nate le mostre Macchiaioli a Montepulciano del 2010 e Giorgio De Chirico, il ritratto nel 2013. Quest’anno a segnare la stagione espositiva del comune ci pensa la mostra Dalla macchia al decadentismo. Andrea Rossi, sindaco di Montepulciano spiega l’attenzione alla cultura del suo comune durante la conferenza stampa di presentazione alla Camera de deputati: «Anche gli stessi imprenditori hanno compreso che la cultura è un apri pista per la loro attività: 1 Euro speso qui ne frutta 5 in pil territoriale».

Silvestra Bietoletti co curatrice insieme a Roberto Longi della mostra presenta il programma dell’esposizione che dal 4 aprile all’1 novembre viene ospitata nelle sale del museo Civico. «Parte delle più di cento opere – dice la curatrice – presenti nel percorso, sono inedite. Questo significa che nella maggior parte dei casi non sono state mai viste dai primi del Novecento, il che le regala un discreto fascino». La mostra propone un cammino di pitture, bozzetti e disegni di artisti toscani che partendo dal 1861 arriva fino ai primi anni Venti del Novecento: Giuseppe Abbati, Odardo Borrani, Giovanni Fattori e Telemaco Signorini sono fra gli autori presenti nel museo. Un periodo storico particolarmente intenso che trova un esatto specchio nella tela di questi pittori. Fra i classici temi legati alla macchia come le vedute e il paesaggio agreste, troviamo anche la miseria, legata soprattutto all’urbanizzazione, e da intendersi come una critica al progresso, in una visione poetica del mondo che trova nella campagna il paradiso in terra.

È sulla linea del naturalismo che viene percorso questo sentiero, dove i pittori della macchia non sono certo soli ma trovano come compagni di viaggio i Veristi italiani, i naturalisti oltralpe preceduti dalla poetica del buon selvaggio di Jean-Jacques Rousseau. E per restare nel campo dell’arte non possiamo non citare quanti fotografi, dilettanti o professionisti, si sono messi alla prova con il paesaggio agreste cercando di imitare proprio la poetica dei macchiaioli. Una mostra, quindi, ricca di collegamenti che possono espandersi nei più svariati campi del sapere. Sarà proprio per questo che la stessa curatrice prima di salutare e spengere il microfono sottolinea: «che la mostra è importante anche per il pubblico colto che vede nell’esposizione un divertissement, ma lo è soprattutto per i giovani nel formare il loro gusto, per loro che saranno la classe trainante di questo paese».

Dal 4 aprile al 1 novembre; museo Civico, via Ricci 10, Montepulciano; info: www.comune.montepulciano.siena.it