È difficile capire a fondo la poetica di un grande interprete della scuola veneziana dell’arte contemporanea come Marco Nereo Rotelli, se, dopo aver visto le sue opere, non si fa una lenta navigata per i canali di Venezia. Solo così si possono trovare le origini di alcuni particolari che accompagnano il linguaggio di questo apprezzatissimo artista. I suoi lavori, infatti, siano essi quadri, smalti retroilluminati, installazioni o sculture, sprigionano tutti quell’intelletto pulito e raffinato tipico di chi è cresciuto tra i calli della Serenissima. Ci si ritrovano il profumo salmastre della Laguna, la geometria rinascimentale, l’immensità dello spazio, la profondità dei colori e, soprattutto, quella luce fluttuante che ordina e armonizza tutti i suggestivi contrasti che dominano Venezia: l’acqua e la terra, l’onda e il molo, il frastuono e il silenzio, il passato e il presente, l’oscillazione e l’immutabilità, la poesia e la prosa.
Tutte le sue opere rappresentano un viaggio tra i luoghi e le dimensioni. Un viaggio, però, di andata e ritorno, con Venezia che fa da solido attracco nel movimento frenetico di una carriera che lo ha portato in molti angoli del mondo. Per questo, come nuovo luogo espositivo di alcune sue opere, Marco Rotelli ha scelto di ricominciare lì dove tutto è iniziato, in quelle quotidiane passeggiate alle Zattere di tanti anni fa e alla vista di quell’imponente costruzione che dominava la Giudecca. E proprio lì, dove una volta sorgeva un antico mulino, oggi c’è l’Hilton Molino Stucky Venice, uno degli hotel più belli e interessanti di Venezia, risultato dallo slancio illuminato di un’imprenditoria brillante, che ha abbracciato l’universalità del linguaggio dell’arte per confrontarsi con un mercato internazionale. Lo ”Stucky” la settimana scorsa ha aperto, infatti, la sua ”collezione diffusa” di opere di Rotelli. Un percorso di raffinata eleganza, un trionfo di quello stile orgogliosamente veneziano attualizzato in ottica contemporanea. Le opere sono state raccolte nel catalogo Opere per Molino Stucky che l’artista, insieme a Ilio Rodoni, general manager dell’hotel, ha presentato al pubblico giovedì scorso, nell’incantevole cornice dello Skyline dello Stucky.
Le opere sono un grande racconto, un cammino tra pittogrammi, poesia e linguaggi perduti che l’artista ha realizzato nel corso di tanti viaggi tra Oriente e Occidente. Protagonista assoluto infatti è l’ospite, colui che, arrivando in hotel, ritrova memoria di tanti luoghi visti e linguaggi riconosciuti. Il ”viaggio” va dalla suite presidenziale, i cui corridoi e stanze sono impreziositi con le tele e le installazioni con le parole luminose, all’ingresso del rooftop bar, dove è collocata l’opera Venice, Europe’s main gate of Asia, un viaggio onirico tra Oriente e Occidente, dalla Muraglia cinese al ponte Rialto reso su una fotografia smaltata, dal tratto quasi psichedelico, fino alla Pianta di Venezia, all’ingresso dell’hotel, e alle Poesie illuminate, che accompagnano il visitatore nell’ascensore che conduce allo Skyline. Un allestimento originale e mai ridondante, che abbraccia un pubblico, già impressionato dal superbo fascino dell’hotel, con le continue contaminazioni artistiche che arrivano dagli angoli più inaspettati della struttura.
«Grazie al percorso iniziato anni fa con l’amico Rotelli – ha spiegato Ilio Rodoni – l’atmosfera del nostro hotel ha acquisito una magia fuori dal tempo. Questo noto ed eclettico artista è riuscito a creare con le sue opere un ponte virtuale tra passato e presente, tra poesia e luce, in perfetta linea con ciò che ogni visitatore percepisce quando arriva a Venezia». Come dargli torto. Il suo hotel, di fatto, grazie a questo intervento artistico, rappresenta il racconto fisico e tangibile di uno dei volti più contemporanei di Venezia. Una dimensione in cui l’arte esce dal museo per annidarsi nella sfera più intima e privata del pubblico, tra le stanze, nei corridoi. Un luogo fantastico dove i sensi non riescono a non essere travolti da un turbine di sensazioni che stimolano tutto, dallo sguardo al palato.
Marco Rotelli adesso è anche qui. Per ripercorrere il suo lungo percorso artistico, che lo ha portato negli anni a perseguire una ricerca sulla luce e la dimensione poetica coinvolgendo nel proprio lavoro numerosi filosofi, musicisti, fotografi, registi e poeti, bisogna venire anche alla Giudecca. A pochi moli di distanza da quelle isole dove quest’anno si svolgerà una nuova Biennale, che per sette edizioni in passato lo ha visto come protagonista, e che ha contribuito ad aprirgli le porte di importanti musei e collezioni private in tutto il mondo.
Info: http://molinostuckyhilton.it/
LA FOTOGALLERY DELLE OPERE DELLO STUCKY E DEI LAVORI DI ROTELLI SPARSI PER IL MONDO