L’attenzione su certi tesori del patrimonio cartistico internazionale non dovrebbe mai affievolirsi. Specialmente quando si parla di capolavori come gli affreschi della Cappella Sistina a Roma, che da pochi mesi sono stati dotati di una nuova luce interna. Un nuovo impianto di illuminazione, realizzato dalla mutlinazionale tedesca dell’illuminotecnica Osram, che ha dato una nuova vita vita alle pregevoli opere pittoriche dei più grandi maestri del Rinascimento dipinte sulle volte della struttura. Uno spettacolo che vale la pena vedere e rivedere. Di cui vale la pena parlare e riparlare. I motivi sono tanti. Innanzitutto perché stiamo parlando di uno degli scrigni più autorevoli e blasonati dell’arte moderna. E poi anche per dettagli simbolici e tecnologici, che esaltano la bellezza dell’ingegno umano. Non era facile, infatti, progettare un impianto di ultima generazione in un luogo come la Cappella Sistina, il cui straordinario fascino poggia su un delicatissimo equilibrio che lega aria, luce, umidità e temperatura. Un equilibrio molto fragile, la cui alterazione avrebbe potuto comportare un deterioramento del tesoro artistico dipinto sulle pareti e sulla volta: gli affreschi di Michelangelo e degli altri grandi artisti come Sandro Botticelli, Pietro Perugino, Domenico Ghirlandaio o il Pinturicchio.
Gli ingegneri della Osram, però, ci sono riusciti. Nel mese di ottobre 2014 è stato rivelato al pubblico il loro lavoro. Per la prestigiosa committenza dei Musei Vaticani hanno sperimentato un grande progetto. Un sistema composto da ben settemila led, collocati in modo da rendersi invisibili, ma in grado di sprigionare vari livelli di luminosità per le diverse altezze degli affreschi. Un sistema progettato per offrire prestazioni di illuminazione più elevate proteggendo al contempo le opere d’arte e che, in aggiunta, permette di ridurre il consumo di energia fino al 90 per cento rispetto all’impianto precedente. «La soluzione di illuminazione led realizzata ad hoc per la Cappella Sistina non sottopone le opere d’arte a stress derivanti da riscaldamento – ci ha raccontato l’ingegnere Roberto Barbieri, general manager di Osram – né all’effetto indesiderato delle radiazioni ultraviolette e infrarosse. Oltre a ciò, consente un significativo risparmio di energia e una resa cromatica senza precedenti. Altro aspetto fondamentale è la minore invasività degli apparecchi, posti al di fuori del campo visivo, e la conseguente eliminazione del rischio di abbagliamento».
Non c’era modo migliore per celebrare lo scorso anno il 450esimo anniversario della morte di Michelangelo, l’artista che ha regalato all’umanità uno dei luoghi più belli, e di conseguenza visitati (oltre sei milioni di turisti all’anno), del pianeta. L’installazione illuminotecnica ideata dalla multinazionale tedesca rappresenta, coerentemente con il genio artistico che alberga in questo luogo, un perfetto esempio di ingegneria altrettanto artistica.
Quello nella Cappella Sistina è stato solo l’ultimo, e il più autorevole, intervento di Osram in un sito di interesse artistico. Negli anni passati l’azienda è stata impegnata in progetti quali l’illuminazione di piazza dei Miracoli a Pisa, la basilica del Santo e la Cappella degli Scrovegni di Giotto a Padova, la Cappella Teodolinda del Duomo a Monza, i teleri del Tintoretto nella sala Terrena della Scuola grande di San Rocco a Venezia, oltre a 14 basiliche milanesi. «Osram – ha aggiunto Barbieri – è da sempre impegnata in progetti di valorizzazione dell’arte e della cultura. Ma l’illuminazione realizzata per la Cappella Sistina ha rappresentato per noi una sfida senza precedenti, un’opportunità straordinaria di confrontarci con un progetto impegnativo e complesso, con l’obiettivo di mettere a punto una soluzione innovativa e tecnologicamente avanzata». Il progetto, effettivamente, ha richiesto varie fasi di ricerca, tra cui anche un approfondito confronto con la storia. Oggi gli esperti presumono, infatti, che Michelangelo non mescolasse i colori alla luce di una candela o di una torcia, bensì alla luce naturale, quindi con una temperatura di colore più fredda. La Cappella è però illuminata con luce led a tremila K, e quindi è stato sviluppato un sofisticato algoritmo di correzione che integra la diversa percezione del colore dell’occhio umano con differenti temperature di colore nella distribuzione spettrale della luce led: «Con tutta probabilità – ha concluso Barbieri – ora i visitatori saranno in grado di osservare il gioco di colori degli affreschi proprio come era nelle intenzioni di Michelangelo, grazie a un’accuratissima regolazione attualmente possibile solo grazie ai led».
Info per visite ai Musei Vaticani: http://www.museivaticani.va/