Inseguendo l’aurora boreale

Islanda

Islanda 13 – 17 febbraio 2015

L’accoglienza è notturna con qualche bagliore in lontananza che ci fa subito sperare che questo è il viaggio giusto per andare a caccia dell’aurora boreale, alba del nord. La luce è effettivamente verdastra, e io voglio pensare che sia lei, malgrado la folla tenti di dissuadermi in ogni modo. Mi dico che tanto il viaggio è finalizzato a questo e quindi perché non dovrei vederla.
La mattina seguente alle 10.00 è ancora buio pesto. È difficile riuscire a pensare di vivere con così poche ore di luce al giorno per quasi una stagione intera, eppure anche un debole bagliore sulla neve rimanda dei riflessi splendidi, e allora pensi che pochi giorni e poche ore di luce bastano per godere dello spettacolo di questo posto vichingo.

Ci dirigiamo verso la prima tappa del Circolo d’Oro: il parco nazionale di Thingvellir. Qui vento e neve sono talmente potenti che non possiamo non sentirci parte di uno spot della North Face che ha ideato il miglior slogan di sempre Never stop exploring. La giornata continua con le visite dei geyser e della cascata d’oro di Gullfoss… Molti di noi cercano di fare paragoni. Tentativo inutile. Il cielo è coperto e la neve è incessante e nessuna alba verde sarà visibile.

15 febbraio: finalmente qualche angolo di azzurro si intravede tra le nuvole e ci riempie di speranza per la sera in cui dovremmo (magnetismo, nuvole, vento, neve e pioggia… E fortuna) vedere finalmente l’aurora. Questa speranza dà ovviamente una carica incredibile a tutti e con la luce del sole i nostri occhi vedono finalmente le luci e i colori per cui sono qui. Perché, diciamo la verità, l’aurora boreale sarebbe incredibilmente emozionante, ma il desiderio di visitare le terre del nord nasce molto prima di sapere anche solo cosa fosse e come si creasse un’aurora. E l’alba, per questa volta, è solo una scusa, o meglio un’occasione. Finalmente vedo quello che vede Walter Mitty, e sogno a occhi aperti. Stesse luci, stesso vulcano (dal suo nome impronunciabile), stesso orizzonte. E mi basta questa giornata (in mezzo ai cavalli più brutti che abbia mai visto) per dire che ne è valsa la pena, e che appena mi ricapiterà l’occasione di partire in estate, tornerò qui. Con un po’ meno bufere di neve.

La sera, dopo cena, ecco il grande tentativo. In macchina verso un luogo buio in riva a un mare che farebbe paura a tutta la flotta di Russell Crowe in Master and Commander. Le ”buferette” di neve si alternano a istanti di quiete e in breve tempo la spiaggia si riempie di osservatori (e disturbatori) che con i loro flash e luci rendono ancora più improbabile la visione dell’aurora… Che naturalmente non si presenta, malgrado un magnetismo ideale a quanto pare.

Ma i turisti impreparati sono comunque uno spettacolo, non della natura ma della società… A loro basta applicare un filtro verde ai loro flash (quelli che appunto disturbano noi). Lascio da parte presunzione e snobismo e rinuncio… L’aurora è ancora più snob.

Ultimo giorno. So che tornerò a casa senza aurora. Mi chiedo se forse avevo fatto troppe promesse e fioretti nella speranza di vederla. ”Se la vedo giuro che smetto di fumare”, ”se la vedo mia figlia la chiamo Aurora”, ”se la vedo facciamo una stampa che prende tutta la parete”. Non credo che farò niente di tutto ciò. Eppure nessun rimpianto, nessuna malinconia o insoddisfazione. Tra le luci della natura lei sarà sicuramente ai primi posti, ma a seguire ci mettere senza dubbio tutti questi paesaggi incantati illuminati dalla luce del sole.

Un grazie particolare a Federico di Focus Himalaya che mi da sempre idee di viaggi cuciti addosso a me! Peccato non farli tutti!

Foto Giorgia Romiti

 

 

 

 

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