Eretico è il modo di pensare al progetto. Eretico deve essere l’approccio verso l’oggetto: un nuovo modo di vedere le cose. L’attività compositiva di Andrea Branzi risulta ambigua, priva di rigore tecnico e formale, una nuova concezione dello spazio e dell’abitare. Lontana dall’ortodossia progettuale, è un’analisi antropologica che si manifesta in figure, forme, montaggi, epigrammi, sogni. Il divano Superonda e la lampada Sanremo, opere realizzate negli anni sessanta dallo studio Archizoom, consacrano un percorso che Alberto Fiz, curatore della mostra, definisce intimo ed emozionale. Le Figure, dipinte a mano, animano, delimitano e compongono lo spazio. Si contrappongono alla sacralità dell’arte, mescolandosi in un movimento ibrido, confuso e senza confini di contaminazione. Le forme limpide e luminose dei Transparencies, vasi trasparenti contenenti erbe o polvere d’oro, conservatori di civiltà e testimoni autentici dell’esistenza umana, svelano la segreta bellezza contenuta all’interno e, guardando attraverso, offrono una visione diversa e dilatata del mondo. Diagrammi è il nome di un’istallazione di tre elementi complessi che, assemblati e disposti a piacimento, costruiscono l’ambiente. Citazioni pittoriche, vetro, acciaio, legno, riflessi luminosi accolgono libri e oggetti di ogni tipo, includendoli e contagiandoli.
La narrazione amnesica di Branzi è rappresentata da Epigrammi figurativi, in cui uomini e oggetti sono legati da rapporti vitali e misterici. I protagonisti sono anonimi, il racconto è frammentato e discontinuo, ma allo stesso tempo dinamico e vivo. La realtà materiale si arricchisce perfino di sogni: diventano solidi, tangibili, ispiratori di grandi progetti, scoperte, invenzioni artistiche e scientifiche. I Solid dreams sono luoghi onirici in cui è possibile navigare in scenari intrecciati vissuti da altri in altri tempi. Scale, percorsi, stanze, cassetti, abitano la nostra mente in attesa di essere esplorati. Le Nature morte ci interrogano sull’esistenza, sono oggetti esclusi dalla tecnologia e dal mercato, non appartenenti al recinto sacro del progetto e alla città santa della producibilità industriale. Tutto appare come un tentativo di riformulare il ruolo del Design nella società contemporanea, un linguaggio impegnato a dare forma alla vita, un esperimento visionario e dissidente.
Dal 23 dicembre al 29 marzo; Marca, Catanzaro; info: www.museomarca.com