La tra le valli Svizzere dove i potenti del mondo una volta l’anno si incontrano per discutere, e talvolta anche decidere, i destini del mondo, gli italiani non sono proprio di casa. Quest’anno invece ci siamo. L’Italia è presente e per di più, udite udite, è rappresentata da una donna che parlerà del futuro dell’arte. Chi può essere la destinataria di cotanto privilegio? Ovvio: Patrizia Sandretto Re Rebaudengo, la regina del contemporaneo italiano. La collezionista e titolare dell’omonima fondazione torinese sarà allo Steigenberger Grandhotel Belvédère di Davos per partecipare al convegno The Future of the Art World: Culture and Commerce in the 21st Century. Insieme a lei, Marc Spiegler, direttore di Art Basel e Nouriel Roubini, co-fondatore e direttore del Roubini Global Economics. Organizzato dal Financial Times e moderato da Peter Aspden, critico d’arte del quotidiano britannico, nel convegno Patrizia and friends spiegheranno quali sono i fattori che principalmente influenzano il mercato dell’arte e gli effetti che la globalizzazione produce in questo comparto.
Date due dritte alle elite mondiali su come spendere meglio in opere contemporanee, la Sandretto partirà alla volta di Bologna dove l’attende un non meno prestigioso appuntamento. Ad Artefiera infatti è chiamata a presentare, insieme a Nadia Brodbeck (anche lei titolare dell’omonima fondazione), una nuova e significativa realtà del panorama artistico nazionale, vale a dire il Comitato per le Fondazioni d’arte Contemporanea. Comitato che ha una missione ambiziosa: fare sistema per sviluppare questo settore e, soprattutto, verificare se è vero che lo Stato ha intenzione di aprire ai privati. Davos dimostra che la Sandretto è ormai una personalità riconosciuta a livello internazionale, Bologna testimonia il suo forte impegno sul fronte domestico. Vediamo se anche questa volta la politica sarà capace di bruciare un’opportunità.