DelVecchio#TalentPrize2014

Sette anni a scandagliare le cavità inesplorate del contemporaneo. Per cercare un’alternativa. Senza seguire una strada retta, abbiamo percorso deviazioni il più delle volte fortunate. Anche quest’anno, come i sei precedenti, il Talent prize segue questo percorso. Quindici artisti: un vincitore, nove finalisti, cinque premi speciali e l’Atelier Wicar i protagonisti della mostra che dal 14 al 26 novembre è ospitata alla Casa dell’Architettura e ai quali abbiamo interamente dedicato il nostro prossimo numero. Ve li presentiamo brevemente, uno al giorno, in modo che anche voi possiate giudicare ciò che abbiamo trovato nelle nostre deviazioni. Perché si sa, non c’è retta via senza un’alternativa.

La ricerca artistica di Federico Del Vecchio esplora il concetto di forma e l’idea di oggetto, studiando come l’arte si appropria degli strumenti quotidiani estrapolandoli dai loro contesti. La geometria e l’essenza dell’oggetto rimangono sotto forma di aura pur nelle modificazioni che subiscono ed è quest’aura, impronta di un’essenza che rimane nel cambiamento, che il pubblico intravede quando si trova di fronte a un’opera come Alfa Romeo spider osso di seppia, 1966-69. Si tratta di un’installazione composta da ossi di seppia collegati tra loro in modo da formare una sorta di tenda su cui è stata stampata un’Alfa Romeo Spider, auto disegnata da Sergio Pininfarina e conosciuta con il nome di Osso di seppia. L’installazione fa parte del progetto I wish I were a Futurist, in cui l’artista, utilizza gli ideali futuristi come punti di partenza di un percorso personale. Più che la potenza della macchina prevale qui un’atmosfera nostalgica: un’auto un tempo famosa e scheletri di pesci normalmente abbandonati sulla spiaggia dopo le burrasche, stendono un velo opaco sul rosso dell’automobile e rimandano al presentimento di un futuro ambiguo che è vintage ancora prima di arrivare. L’Alfa Romeo non scivola veloce lungo le strade, ma si muove sussultando per gli spostamenti di aria provocati da chi passa accanto all’opera, tutto si muove, ma qualcosa resta e questa permanenza confluisce nell’arte. (Testo delle curatrici della mostra Alexandra Russi e Arianna Ioli)

Per tutti gli artisti del Talent Prize 2014

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