T.R.I.P, la mostra

Roma

Ieri alle Terme di Diocleziano di Roma ha inaugurato T.R.I.P, Travel Routes In Photography, il progetto ideato dall’omonima rivista dedicata al viaggio e alla fotografia. In esposizione le suggestive fotografie dei tre artisti Pieter Hugo, Narelle Autio e Alessandro Rizzi, che hanno presentato i loro scatti intrisi di emozioni e storie tratte dai loro viaggi rispettivamente in Sudafrica, Australia e Giappone. Promotori del progetto sono Damiano Mencarelli, Luca Salice e Veronica Gabbuti (foto). Abbiamo intervistato quest’ultima per conoscere il dietro le quinte di questa suggestiva esperienza.

Che ruolo ha avuto all’interno della mostra T.R.I.P. Travel Routes In Photography? «La mostra T.R.I.P. Travel Routes In Photography (www.trip-2014.com) è stata ideata, progettata e realizzata da una task force composta da me, Luca Salice e Damiano Mencarelli grazie alla spinta propulsiva di The trip magazine, rivista di viaggi e fotografia nata nel 2010. Il mio ruolo, senza usare terminologie da multinazionale, è stato quello di credere fortemente che si possa oggi creare un’offerta culturale interessante portando progetti indipendenti negli spazi espositivi solitamente dedicati alle mostre istituzionali».

Che ruolo ricopre all’interno di the trip magazine? «Quella di the trip è una piccola redazione. Anche in questo caso, credo che definire i ruoli con una sola parola sia limitante. Nelle gerenze sono stata vicedirettore, responsabile eventi e web, ma la verità è che the Trip è un gruppo in cui ciascuno ha portato il proprio contributo a seconda delle inclinazioni personali. Alcuni dei miei articoli preferiti sono quelli di Luca Salice, responsabile marketing; Lorenzo Verrecchia, editore, è il massimo esperto di team building e Valentina Diaconale, direttore responsabile della testata, gestisce e coordina magistralmente anche il nostro sito web (www.thetripmag.com)».

L’appuntamento espositivo è arrivato alla sua seconda edizione, quale era il concetto della prima edizione? «La prima edizione di T.R.I.P. Travel Routes In Photography è stata pensata per offrire al pubblico una panoramica sulle molteplici accezioni del concetto di viaggio nella fotografia. Simon Norfolk ripercorreva le orme di un pioniere della fotografia in Afghanistan, Elaine Ling cercava ed immortalava baobab secolari in giro per il mondo, Giancarlo Ceraudo raccontava l’affascinante decadenza di Cuba in bianco e nero e Cristina De Middel dava vita al sogno mai realizzato dello Zambia di approdare sulla Luna. Quattro viaggi: nella storia, attraverso la natura, nella società e nell’immaginazione».

Quali sono le finalità della mostra di quest’anno? «Quest’anno T.R.I.P. dovrà fare i conti con l’enorme successo ottenuto nella prima edizione (3mila visitatori al vernissage, 50mila totali). Il tema scelto per la seconda edizione è la ricerca dell’identità. Con il lavoro There’s a Place in Hell for Me and My Friends Pieter Hugo ci mette di fronte al tema più delicato del suo Sudafrica: il colore della pelle, che egli affronta servendosi del bianco e nero e di una lavorazione dell’immagine volta a mostrare i segni che tutti – sia bianchi che neri – portiamo sulla pelle. Narelle Autio ritrova se stessa nel blu della sua Australia, riflette sul bisogno primordiale che ognuno ha di tuffarsi nell’acqua. Alessandro Rizzi, l’unico a non raccontare il proprio paese d’origine, cerca il punto di unione tra tradizione e contemporaneità in Giappone, per le strade di Tokyo».

Perché avete scelto le Terme di Diocleziano come location per l’esposizione? «Le Terme di Diocleziano sono l’ultimo museo in cui ci si aspetterebbe di trovare una mostra del genere. In questa seconda edizione abbiamo voluto consolidare il format T.R.I.P. portando nuovamente la fotografia, arte contemporanea e tecnicamente riproducibile, in un luogo d’arte classica, tra statue, capitelli e mura dell’Antica Roma. Anche questo è viaggio: attraverso la storia, le forme d’arte ed i target di pubblico. Nell’immaginario collettivo lo spazio espositivo ideale per la fotografia è la galleria dalle pareti candide e l’illuminazione ad hoc, ma crediamo che questo crei un divario tra l’élite di estimatori della fotografia ed il resto del pubblico. La recentissima riapertura della Natatio, piscina imperiale presso le Terme e T.R.I.P. Travel Routes In Photography saranno due ottime ragioni per conoscere sotto una nuova luce uno dei luoghi storici più belli di Roma».

La cura è stata affidata ad Arianna Rinaldo per le sue competenze nell’ambito della fotografia? «Arianna Rinaldo è un’enciclopedia fotografica, ma non solo. La scelta è ricaduta su di lei fin dall’inizio perché – dopo averla conosciuta nei panni di direttore artistico di Cortona On The Move – abbiamo apprezzato le sue scelte sempre centrate. La prima selezione di artisti per la prima edizione di T.R.I.P. ne è stata la conferma. Arianna ha creato armonia e senso tra lavori diversissimi trasformando le nostre intenzioni di produttori in qualcosa di tangibile».

Come avete scelto gli artisti? «La prima selezione di artisti è stata proposta dalla curatrice. Noi siamo produttori e organizzatori, ma siamo anche pubblico. A questo proposito ho imparato una cosa: nell’arte esistono competenze tecniche fondamentali, ma il riscontro più importante è il gusto, la percezione personale nei confronti dell’opera. La seconda selezione è stata fatta con questo criterio. La nostra mostra deve essere accessibile ad un pubblico eterogeneo, per questo sono stati scelti i lavori di tre artisti che hanno utilizzato tecniche apprezzabili dagli addetti ai lavori e linguaggi comprensibili ai più».

Quali sono le peculiarità di ogni artista? «Pieter Hugo è riuscito con grande facilità a mettere in discussione due temi delicatissimi: le distinzioni razziali – nel Paese dell’apartheid – ed i modelli di bellezza imposti dalla società. Con una serie di ritratti (ed un autoritratto) Pieter smonta due baluardi di ottusità del mondo contemporaneo e lo fa con un’idea talmente semplice da risultare più efficace di qualsiasi progetto d’impegno sociale, come fosse la domanda di un bambino ad un adulto. Narelle Autio fa del blu oceanico una ragione di vita ed il cardine della sua fotografia. Il mare attrae e spaventa, unisce e divide, è nostra origine e destinazione. Rispetto al mare e dentro il mare siamo tutti uguali, ci dice Narelle. Alessandro Rizzi è un artista/poeta che cerca il bello e l’antico in luoghi di caos metropolitano come un ago in un pagliaio. La sua sensibilità coglie cose che gli altri non vedono ed il suo occhio riconosce centinaia di sfumature di bianco che gli altri vedono semplicemente bianco».

Sudafrica, Australia e Giappone sono paesi differenti, con diverse culture, tali da dare un panorama esaustivo del viaggio nell’intero pianeta terra. Quali sono le caratteristiche che producono differenze e quali le caratteristiche che indicano una comunanza di visione nelle opere? «Tre Paesi diversi in tre continenti diversi, è vero. Ciò che hanno in comune è la contraddizione. Per il Sudafrica l’inconciliabilità tra le infrastrutture all’avanguardia e la cultura messa in ginocchio da politiche basate su ideologie retrograde, per l’Australia l’incoerenza dei cliché da cartolina impacchettati per i turisti rispetto alla potenza espressiva della natura incontaminata, per il Giappone la frenesia e la vita febbrile di una metropoli abitata da persone che hanno alle spalle storie di samurai e di geishe. Il tema comune è una riflessione su ciò che siamo, sulla ricerca del Sé attraverso la scoperta dell’Altro. In Giappone scopriamo chi eravamo, in Sudafrica ciò che siamo diventati e in Australia dove torneremo».

Come si struttura l’allestimento? «Non voglio rovinare la sorpresa al pubblico. Per ogni artista è stato studiato un allestimento diverso, che esalterà esteticamente e concettualmente i tre lavori. Posso dire che per vedere Hell di Pieter Hugo bisognerà guardare al cielo e Watercolours di Narelle Autio a terra, mentre i Tokyo Days di Alessandro Rizzi avranno uno spazio dislocato proprio come il Giappone sull’atlante geografico».

Fino al 18 dicembre al Museo Nazionale Romano – Terme di Diocleziano
Info: www.trip-2014.com
Per vedere la fotogallery clicca qui.

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