I Bassifondi del Barocco

Nel corso del XVI e del XVII secolo la forza di attrazione propugnata dall’Italia non aveva pari in Europa: fiamminghi, francesi, tedeschi, spagnoli, inglesi, pittori e scultori da tutto il continente vedevano nella capitale pontificia la meta ideale per studiare le rovine della magnificenza archeologica imperiale e dei grandi maestri del Rinascimento romano che lasciarono un segno indelebile nelle generazioni future di artisti. La storia con la esse maiuscola riporta assai spesso le imprese auliche dei geni espressivi che si susseguirono nell’epoca d’oro del Barocco papalino, bisogna però anche considerare gli aspetti più oscuri e indecorosi di una Roma assuefatta dal vizio e dalla miseria.

I Bassifondi del Barocco, progetto espositivo curato da Annick Lemoine e Francesca Cappelletti, si propone di donare al pubblico un’immagine inconsueta e inedita del ‘600 romano, un volto nascosto di una società che viveva la propria esistenza nei vicoli bui e maleodoranti della città eterna. Negli spazi dell’Accademia di Francia gli spettatori potranno percorrere le gesta e le abitudini di artisti che hanno lasciato alla storia opere inestimabili e dal grande valore tecnico ed espressivo. Roma viene narrata attraverso le tele di Claude Lorrain, Valentin de Boulogne, Jan Miel, Jusepe de Ribeira, Bartolomeo Manfredi e Nicolas Régnier, solo per citarne alcuni, che mettono in scena un teatro sordido composto da prostituzione, ebbrezza, piaceri carnali ed ambiguità. Le taverne sparse nel tessuto cittadino divengono i contesti privilegiati dove ogni vizio è radicato: il vino a fiumi, la lascivia bacchica, la malinconia della musica, mendicanti, vagabondi, un universo di maschere che popolano la notte e la sua oscurità. Il percorso espositivo vanta prestigiose opere provenienti dai più grandi musei d’Europa, da sottolineare la presenza di un dipinto del francese Valentin de Boulogne, un bellissimo Concerto con bassorilievo dove la dovizia tecnica della composizione si accompagna alla volontà dell’artista di narrare la caducità dei piacere terreni. Nello sguardo di un bambino al centro della composizione, l’osservatore comprende quanto sia importante una scelta, cedere al vizio o immolarsi alla rettitudine di una vita misurata ed onesta. Nelle scelte stilistiche di un caravaggismo internazionale molteplici divengono i nuovi apporti degli autori selezionati per la mostra: bamboccianti, paesaggisti, caravaggeschi, ogni artista porta con sé le conseguenze di una rivoluzione pittorica in atto, gli ultimi, tra cui riconosciamo mendicanti, vagabondi ed infermi vengono portati agli onori delle cronache, divengono i protagonisti assoluti della pittura che lascia per un istante la sua squisitezza aulica, iniziando a narrare non solo di miti ed eroi ma anche di un mondo violento e volgare.

Gli artisti nord europei interagiscono da vicino con gli stadi più popolari di Roma, sotto le insegne dei Bentvueghels (letteralmente Uccelli della Banda) si riuniscono in un’associazione dedita ai rituali dei baccanti e alla creazione artistica che vede nelle facinorose taverne il luogo di scambio ed interazione culturale dell’epoca. Roma sembra nascondere sotto l’ombra del papato la sua vera identità: «La popolazione tra la fine del Cinquecento e i primi decenni del Seicento – affermano le curatrici – era composta in gran parte da soldati di ventura, reduci dalle campagne militari, che si assiepavano nei pressi dei cortili dei cardinali o degli ambasciatori alla ricerca di altri impieghi. È il clima della Rissa di Velazquez con le carte in evidenza gettate a terra, degli accampamenti oggetto delle tele di Bourdon, ma anche delle taverne di Valentin e di Régnier dove spesso compare il soldato disoccupato, dedito al bere e al gioco». Tableaux vivants di esistenze dissipate, dove si confonde il sottile confine tra sacro e profano, tra serio e faceto, un universo multiforme in cui poter rintracciare l’essenza poco conosciuta di un secolo sfarzoso e trionfante.

Fino al 18 gennaio, Accademia di Francia – Villa Medici, viale Trinità dei Monti 1, Roma; info: www.villamedici.it

Articoli correlati