Immaginari Postcoloniali

Immaginari (post)coloniali / (Post)colonial Visions è un progetto curatoriale, ideato e coordinato da Routes Agency – Cura of Contemporary Arts, nato per rispondere a una precisa esigenza culturale, quella di costruire un grande archivio condiviso del colonialismo italiano in relazione al nostro presente interculturale. Tale archivio è pensato per contenere tutti quei materiali conservati nelle case di molti Italiani, che testimoniano di una lunga e tutt’altro che insignificante fase coloniale della quale l’Italia è stata protagonista fin dalla sua nascita. La semplice possibilità di confrontarsi con una fotografia mandata dal fronte, una lettera, una cartolina o la rappresentazione dei popoli colonizzati presente nelle pubblicità o nelle riviste popolari, potrà aiutare a ricostruire la nascita di tutta quella serie di stereotipi che ancora oggi sono vivi nella nostra cultura e nel nostro immaginario collettivo.

La raccolta di questi materiali avverrà attraverso una open call, un appello pubblico alla cittadinanza, che partendo da Roma e dal Lazio proseguirà poi in tutto il resto d’Italia. Verrà chiesto alle persone di inviare, tramite posta, quegli oggetti e quelle storie, del periodo coloniale, di cui sono eredi e custodi. Tutti questi materiali saranno digitalizzati e poi restituiti ai legittimi proprietari, nell’ottica di non privare i donatori dei loro ricordi personali. L’archivio Immaginari (post)coloniali sarà quindi una piattaforma aperta, un dispositivo vivo, in stretto contatto con il tessuto sociale: periodicamente verranno invitati artisti, studiosi, ricercatori, performer, musicisti e scrittori a lavorare sui materiali contenuti nell’archivio, producendo opere o eventi ad hoc a partire dagli oggetti e dalle memorie di cui questi si fanno portatori. Tutte queste produzioni saranno pubblicate in una apposita sezione nel sito internet dell’archivio stesso, ma soprattutto esposte e rese visibili al pubblico attraverso una serie di eventi workshop e incontri appositamente organizzati.

Il primo passo del progetto sarà un convegno non convenzionale che si svolgerà il 27 e il 28 novembre a Roma alla Casa della Memoria e della Storia, dal titolo Presente Imperfetto. Eredità coloniali e immaginari razziali contemporanei. Nel corso di queste due giornate il pubblico, inteso come soggetto attivo e portatore di storie, memorie e affetti, si troverà a vivere insieme ad artisti e studiosi un’esperienza di condivisione e scambio di saperi. Il convegno sarà anticipato da un workshop nel corso del quale un graphic novelist lavorerà agli studenti di un liceo romano al fine di riattivare nel presente la memoria del colonialismo italiano attraverso il linguaggio della graphic novel. La necessità di far emergere i legami tra gli stereotipi di oggi verso gli altri e il nostro passato coloniale non può che partire da una riappropriazione dal basso delle memorie private e pubbliche che ancora conserviamo di quel tempo. Per questo motivo Immaginari (post)coloniali  verrà finanziato attraverso una campagna di crowdfunding, una forma di finanziamento partecipativo, che coerentemente con gli intenti del progetto, agisce attraverso la costruzione, la crescita e la condivisione di nuove reti sociali. Il progetto è realizzato in collaborazione con l’Irsifar – Istituto romano per la storia d’Italia dal fascismo alla Resistenza, l’Amm – Archivio Memorie Migranti, il Centro Studi Postcoloniali dell’Università degli Studi di Napoli “L’Orientale” e il Centro Documentazione Memorie Coloniali di Modena.

Info: http://igg.me/at/postcolonialvisions/x/8734962

Foto, da sinistra: Card01, della serie Immaginari (post)Coloniali, graphic designer Serena Scuccimarra, frase”We want to place flags in water so that we can move with it” (Lida Abdul, What we have overlooked, 2011, video due canali), Foto: Il cimitero delle barche di Lampedusa; Invito Convegno Presente Imperfetto, Addis Abeba-Via Vittorio Emanuele e Nuovo Cinema Impero, 1938. Centro Documentazione Memorie Coloniali, Fondo Vennucci (Vannucci_5b_028); Card02, della serie Immaginari (post)Coloniali, graphic designer Serena Scuccimarra, frase ”la mia casa che non ha posto in nessuna geografia” (Sujata Bhatt, Il colore della solitudine, Donzelli Editore, 2005) Foto: Moxa – Centro Documentazione Memorie Coloniali, Fondo Pier Luigi Remaggi (Remaggi 1a51-005), Axum, ospedale da campo, nuove costruzioni, 1935-36. Courtesy: Moxa- Centro Documentazione Memorie Coloniali.

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