Joan Jonas all’Hangar Bicocca

Inaugura oggi Light time tales, l’antologica dedicata al lavoro di Joan Jonas, accolta nei consueti scenari industriali dell’Hangar Bicocca, che con questa manifestazione inaugura la nuova stagione espositiva. Il progetto, pensato per isole tematiche e curato da Andrea Lissoni, riunisce venti opere, tra installazioni e video, di una delle più riconosciute artiste contemporanee che ha inventato nuove forme di narrazione, attraversando i confini fra le discipline: «È una mostra antologica, ma è quasi una retrospettiva – ci spiega il curatore – Jonas non ha mai voluto portare in una mostra così tanti lavori come in quest’occasione e per farlo abbiamo tradito l’idea di fare una mostra in ordine cronologico». Quello che a prima vista caratterizza l’evento è proprio la scelta delle opere e a tal proposito aggiunge ancora il curatore: «Abbiamo cercato di aprire la visione sul lavoro di Jonas che è noto si, ma molto per stereotipi, quindi probabilmente non vedrete quello che viene riprodotto sui libri come un’immagine che si associa a Joan Jonas, questa è una delle missioni che abbiamo nelle mostre qui ad Hangar Bicocca, ovvero quella di mostrare un artista in maniera unica».

L’idea di una mostra unica nasce dall’obbligo di lavorare in uno spazio così ampio, senza sale o spazi bianchi e dove le opere sono inevitabilmente costrette a dialogare le uno con le altre riunendo per la prima volta in Italia i più importati progetti di Jonas: dai più storici come Mirage (1976/1994/2005) e Volcano Saga (1985/1994) ai più recenti come Lines in the Sand (2002), Reanimation (2010/2012/2013) e altri mai esposti in Europa, come Double Lunar Rabbits (2010), oltre a Beautiful Dog (2014), il nuovo video appositamente prodotto da HangarBicocca. Le opere sono mostrate insieme a film e video prodotti dagli anni 60 a oggi, come Wind (1968) e Merlo (1974). Tra le prime artiste donne a utilizzare il video accanto alla performance, Joan Jonas fin dagli anni 60 esplora il tema dell’identità e le relazioni tra il corpo e la sua rappresentazione, sempre sfuggendo a un’immagine stereotipata di se stessa. Partendo da una formazione legata alla storia dell’arte e alla scultura, il linguaggio di Jonas attraversa la danza, il cinema sperimentale, la musica contemporanea, il teatro giapponese Nō e Kabuki e il disegno. Una polivalenza che è la chiave del suo successo, nel 2015 Joan Jonas rappresenterà gli Stati Uniti d’America alla Biennale di Venezia, 56esima Esposizione internazionale d’arte, con un progetto presentato dal MIT List visual arts center. Il 21 ottobre, durante il periodo di mostra, verrà inoltre presentata la performance Reanimation, realizzata in collaborazione con il musicista e compositore jazz Jason Moran: un’occasione per confrontarsi con l’esperienza della tensione performativa di Joan Jonas.

Fino al 1 febbraio, Hangar Bicocca, via Chiese 2, Milano: www.hangarbicocca.org

Articoli correlati