Sulle pareti, i frammenti marmorei medievali e, in sala, il contemporaneo: l’incanto di Roma e la forza dell’arte per la conferenza di presentazione del festival che animerà la città dal 23 al 28 settembre. «Martelive è una tempesta, una forza della natura che più che andare in scena, esonda. Si espande sul territorio come un fertilizzante» esordisce Lidia Ravera, assessore alla cultura e politiche giovanili della regione Lazio, puntando subito l’attenzione sullo spirito travolgente della biennale Martelive. Il direttore artistico Giuseppe Casa e Francesco Lo Brutto, responsabile comunicazione Martelive, hanno illustrato il programma dell’evento definendolo «un’opportunità e una follia positiva». La biennale Martelive è un format multidisciplinare e interattivo che prevede 16 sezioni artistiche, 250 spettacoli e più di 900 artisti. Un’offerta di contenuti che mira a invadere Roma, come sottolineano gli organizzatori, con la potenza della cultura.
E non solo Roma. La rete di Martelive arriva più lontano e coinvolge anche altre città del Lazio. Elemento chiave del progetto è la connessione con le periferie romane e i centri culturali, di cui si dice grato Paolo Masini, assessore ai lavori pubblici e alle periferie di Roma capitale. L’obiettivo è ambizioso, la crisi delle imprese culturali non è alle spalle ma le idee costruttive, l’impegno, l’entusiasmo e il talento, caratteristici del festival possono invertire la tendenza negativa. Giuseppe Casa ha sottolineato il ruolo importante del fund raising che ha portato a connessioni interessanti e a un primo passo verso il futuro (già si pensa, infatti, alla Biennale 2016, la Biennale internazionale del dialogo tra Lazio e Europa), mentre Oriana Rizzuto ha centrato l’attenzione sul valore formativo del programma dei workshop. La determinazione non manca in un festival che è spettacolo totale perché, accogliendo tutte le forme più sfaccettate d’arte, le ibrida sfruttando le potenzialità dello spettacolo dal vivo. Per gli appassionati di musica, ospiti italiani e internazionali, emergenti e guest, si incroceranno in numerose location: headliner saranno i Gang Of Four per la prima volta a Roma, e poi spazio a sonorità diverse che oscillano tra le atmosfere indie pop dei Summer camp e dei Fanfarlo, e l’electro del francese College, senza dimenticare il Dj set dei Mogwai, e poi ancora, l’hip hop di Clementino, le ballate dei Virginiana Miller.
Grande sorpresa sarà il twinning Italia-Scandinavia con i Mammooth e le fiabesche musicalità nordiche. La partecipazione dell’ambasciata di Norvegia e del Circolo Scandinavo hanno permesso, infatti, di realizzare un gemellaggio che il direttore della residenza per artisti scandinava definisce «emozionante e degna di orgoglio». Gli appassionati di arti performative potranno scegliere tra workshop e spettacoli teatrali, come nel caso dell’omaggio a Pasolini del collettivo Bluemotion all’Angelo Mai. E per quanto riguarda le fine arts, come direbbero gli inglesi? Sessioni live di pittura e street art, fotografia e lezioni di museologia e media performing con Maurizio Vanni e Carlo Infante. E non mancheranno neppure le arti circensi. No, non è Londra, è Roma e non capita spesso di vedere la città in una veste internazionale e sperimentare una vivacità artistica così articolata, fatta di commistioni stimolanti. L’invasione è questo: un flusso di impulsi provenienti da più culture, lo scambio produttivo tra arti diverse e caleidoscopi di suggestioni. Non resta che lasciarsi travolgere, partecipare e scommettere su Roma e sulla forza delle idee.
Dal 23 al 28 settembre, Roma, varie sedi; info: www.labiennale.eu