Rachele Maistrello, The history within

Ljubljana, Slovenia

The history within è il progetto di arte pubblica di Rachele Maistrello. La proposta conclude il progetto espositivo Handle with care, Conservation and temporality of contemporary artworks organizzato dalla fondazione Bevilacqua La Masa di Venezia in collaborazione con la Moderna galerija museum of contemporary art Metelkova (Mg / Msum) di Lubiana. Gli artisti invitati a presentare i loro progetti sono: Francesco Fonassi, Martino Genchi, Andrea Kvas / Nicola Martini, Andrea Magaraggia, Rachele Maistrello, Elena Mazzi, Fabrizio Perghem, Martin Romeo / Aurora Meccanica, Alberto Scodro, Michele Spanghero per l’Italia; Tinkara Babić, Vanja Bučan, Tomaž Furlan, Meta Grgurevič, Maja Hodošček, Ištvan Išt huzjan, Mateja Rojc & Simon Hudolin Salč, Mladen Stropnik, Matej Stupica, Veli&Amos. L’opera di Maistrello è stata selezionata da una giuria composta da Angela Vettese, assessore alla Cultura di Venezia, Igor Španjol, curatore della sezione media arts del MG / MSUM di Lubiana, Stefano Coletto e Rachele D’Osualdo della fondazione Bevilacqua La Masa, e propone una riflessione sul valore delle immagini e sul loro potere di cambiare il proprio statuto nel tempo. Partendo dagli interni delle case vicine al museo, l’artista ha collezionato un vero e proprio archivio fotografico catturando con delicata semplicità l’atmosfera intima delle case degli abitanti della città. Parallelamente, l’artista ha promosso una collaborazione diretta con la stampa locale interagendo direttamente con l’esterno attraverso un uso partecipativo delle piattaforme virtuali (sulle quali gli utenti sono stati invitati a contribuire condividendo materiale personale). Le fotografie ottenute sono state infine stampate su piastrelle di ceramica e installate nello spazio antistante al museo. In questo processo in cui la sfera del privato si proietta nello spazio pubblico, l’interno si fa esterno, e al cittadino stesso è chiesto di attivarsi nell’iter di creazione dell’opera come donatore di contenuti, queste fotoceramiche divengono curiosi innesti architettonici inseriti nell’ambiente circostante, coinvolte in un gioco in cui il referente è tanto vicino quanto impossibile da scoprire. Come suggestive finestre visive aperte su un paesaggio interiore, le immagini trasposte nello spazio pubblico si fanno così testimoni di una memoria che resta aperta allo scorrere del tempo, un omaggio alla collettività.

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