Brian Dettmer a Cecina

Cecina

Dagli Stati Uniti all’America Latina, all’Europa, all’Australia e all’Asia, Brian Dettmer arriva oggi alla fondazione culturale Hermann Geiger di Cecina aggiungendo un nuovo collegamento alla ricca rete delle sue esposizioni internazionali. In questa mappatura mondiale l’inaugurazione della prima personale italiana Brian Dettmer, dieci anni di libri scolpiti curata dal direttore artistico Alessandro Schiavetti, apre una nuova finestra su un altro paese, su un nuovo testo, un nuovo link da cliccare se navigassimo in internet. In un mondo che ormai ragiona in termini di fluidità e intertestualità Dettmer attualizza l’antica accezione di libro in un prodotto dai forti connotati transtestuali, liberando la lettura dalla rigida struttura lineare delle pagine e restituendo al volume cartaceo il suo carattere di modernità.

La mostra espone nella sala espositiva della fondazione un docufilm con un’intervista inedita e una trentina di opere realizzate dal 2003 al 2013 che raccontano la maturazione poetica e lo sviluppo ideologico dell’artista statunitense. «Brian Dettmer è un genio impressionante. Ho avuto modo di lavorare con lui durante le riprese del docufilm in cui affonda il suo bisturi dentro la carta, sezionandola come burro, e scavando in profondità come il miglior archeologo, tessendo una nuova trama che ha lasciato tutti di stucco. Dettmer è il mago che non ti aspetti, è la persona semplice che quando si mette all’opera diventa complessa, si trasforma, le sue mani diventano un tutt’uno col cutter e si muove come un brano di Mahler sulla carta che genera nuove emozioni creando un’intensa e nuova trama testuale e d’immagine» dichiara Schiavetti ai nostri microfoni.

Inizialmente attratto dai decollage, il suo interesse per le strette connessioni tra parole, immagini e codici lo porta nel 2000 a rielaborare i volumi cartacei praticando semplici fori che nel 2001 si trasformano in paesaggi e rivelano figure. Se nei primi lavori si riconosce facilmente ancora la forma del libro (Bonanza: The Bubblegum Kid, 2003 o The Picture Bible, 2005) col passare del tempo lo studio della fisicità cartacea ed il perfezionamento della sua tecnica chirurgica, lo conduce a intagli più azzardati e articolati. Dal 2007 il libro viene letteralmente deformato dall’artista per creare volumi dalle forme oblunghe, cilindriche (Log2, 2007), a cascata: il libro diventa così materia e spirito, mezzo e messaggio di altre storie. Per Dettmer l’intaglio rappresenta già di per sé uno dei messaggi che filtra dai contenuti. A partire dal 2009 si concentra su particolari tematici come musicisti e note o danzatrici per plasmare veri e propri intrecci testuali, una ricerca creativa che lo porta dal 2010 a sperimentare complesse trasformazioni di gruppi di libri in installazioni monumentali dalle molteplici prospettive (Emergency Exit, 2012 e Knowledge in Depth, 2013).Federico Gavazzi fa notare come  in questa fase si senta «l’affinità con i contemporanei lavori di Guy Laramée, Jaqueline Rush Lee, Cara Barer o Long Bin Chen, altri artisti che lavorano con i libri, ma nella produzione di Dettmer parte non secondaria della bellezza dell’opera risiede ancora nelle illustrazioni e nelle immagini custodite nelle pagine».

Partendo da libri già esistenti Dettmer sigilla i bordi con una vernice «creando un vaso chiuso pieno di potenzialità dissotterrate. Lavoro con strumenti chirurgici ritagliando una pagina alla volta, ed esponendo ogni strato. Nulla all’interno dei libri è trasferito o impiantato, solo rimosso. Le immagini e le idee sono rivelate per esporre storie e ricordi che si alternano» afferma l’artista, un’operazione che come sottolinea Alessandra Scalvini, permette di dimostrare al libro «attraverso l’esplorazione che facciamo delle sue qualità fisiche e concettuali, di essere ancora carico di forza vitale e non un oggetto obsoleto». Sperimentazione, innovazione, estrema manualità e precisione sono gli ingredienti per la coinvolgente potenza artistica di queste sculture ambientali. Quello di Dettmer non è un atto distruttivo bensì un atto creativo che dona al libro nuova vita attraverso un delicato e minuzioso scavo improvvisato sulla scia del contenuto che affiora liberandosi nello spazio. Un magistrale esempio di compenetrazione tra il materiale esistente del passato e gli alternativi modi di significazione di oggi.

Fino al 14 settembre 2014, fondazione culturale Hermann Geiger, piazza Guerrazzi 32, Cecina (LI); info: www.fondazionegeiger.org

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