Rainaldi e Ferretti in tandem

Roma

«Ho avuto paura. Questa è stata l’emozione che ho provato quando sono entrato qui la prima volta, sapendo che vi avrei fatto una mostra». Così ha esordito questa mattina il maestro Oliviero Rainaldi, che ha presentato la sua mostra Nada y Todo, realizzata a quattro mani con il grande scenografo Dante Ferretti, curata da Otello Lottini, e che da domani sera sarà aperta al pubblico. La location in questione è il Tempietto del Bramante, la splendida struttura rinascimentale incastonata nel suggestivo complesso dell’Accademia di Spagna, al Gianicolo.
Per la prima volta il misticismo di questo luogo incantato dialoga con un progetto di arte contemporanea. La leggenda narra che proprio su questa altura di Roma sia stato crocifisso San Pietro, fondatore della Chiesa di Roma. Solo un’intuizione geniale come quella di Rainaldi e Ferretti poteva dare vita a un progetto adatto a svilupparsi in questo posto. Nada y Todo, infatti, è un lavoro evocativo del pensiero di San Giovanni della Croce, uno dei più grandi mistici e poeti del mondo moderno (1542-1591), che ha introdotto il principio della cancellazione di tutto per arrivare a tutto: vuoi avere tutto? Non desiderare niente. Rainaldi sintetizza, idealmente e simbolicamente, questo cammino di purificazione spirituale dell’uomo, passando per tre fasi: quella purgativa, che simboleggia la dimensione mondana, quella illuminativa, caratterizzata dalla dinamica della via spirituale, e quella unitiva, che corrisponde alla purificazione dell’unione trasformante con Dio. Ognuna di queste fasi è rappresentata da una scultura. La prima in piombo, una testa con un volto inespressivo che sembra specchiarsi in uno stagno, ispirandosi alla leggenda di Narciso, simbolo dell’edonismo e dell’effimero. La seconda è una figura umana verticale in vetro, che simboleggia la depurazione della materia nel suo approfondimento della dimensione morale e religiosa, non a caso collocata davanti alla porta di ingresso del Tempietto. La terza, e ultima, in marmo, è inserita nella cappella. È un marmo retroilluminato, una prerogativa tipica di Rainaldi, su cui sono scolpite, in bassorilievo, due figure profilate in una  spirituale nudità: simboleggiano l’unione mistica con il divino.

La leggerezza delle dolci linee di Rainaldi dialoga in perfetto equilibrio con l’immaterialità della luce, che Ferretti ha intelligentemente posizionato in modo tale da suggerire al visitatore la corretta chiave di lettura dell’intero lavoro.

Si tratta di una mostra che richiede, come di consueto con l’opera di Rainaldi, un intenso viaggio emotivo e spirituale per la comprensione del messaggio. Il linguaggio è reso con la solita delicatezza e raffinatezza ed è reso ancora più suggestivo dal tocco ”scenico” di Ferretti. Il Tempietto del Bramante, immortalato in alcune scene della Grande Bellezza, vive così una sua seconda giovinezza. E, assicura José Maria Alzina, consigliere culturale dell’Ambasciata di Spagna: «Questo progetto non sarà un’eccezione, punteremo molto in futuro sull’arte contemporanea».

Dal 4 luglio al 30 settembre
Tempietto del Bramante, piazza di San Pietro in Montorio, Roma
Vernissage giovedì 3 luglio alle 21.00
Info: http://www.raer.it

Foto Claudio Abate

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