Presentato Spoleto arte

Tutto è pronto per l’inaugurazione di Spoleto arte, venerdì 27 giugno negli spazi di palazzo Leti-Sansi. La rassegna di arte contemporanea curata da Vittorio Sgarbi e prodotta da Salvo Nugnes giunge alla seconda edizione. A due anni dalla separazione dal Festival dei Due Mondi, diretto da Giorgio Ferrara, Spoleto arte si propone ancora una volta come un’alternativa culturale che quest’anno intende omaggiare la memoria passata del Festival. Non a caso, la conferenza stampa di presentazione si è aperta nel ricordo di Gian Carlo Menotti, fondatore del Festival Dei Due Mondi, il «genius Loci, lo spirito di Spoleto, il grande profeta» come lo ha definito Sgarbi.

Dal passato al presente, guardando al futuro: questo il percorso concettuale che il curatore intende tracciare per trattare il tema fondante dell’edizione: Il futuro del mondo. Un tema che, secondo Sgarbi e Nugnes, può essere affrontato solo facendo riferimento alle personalità che hanno animato la nostra storia passata. Il Festival sarà, infatti, caratterizzato da un ciclo d’incontri durante i quali il curatore interrogherà «i grandi vecchi», come lui stesso li definisce, della cultura italiana. «Sentiremo Dario Fo, Gillo Dorfles, Boris Pahor, Mina Gregori, Eugenio Carmi, Giuseppe Sgarbi; come hanno vissuto e come pensano che noi potremmo vivere». L’impressione sembra essere quella di voler rispondere all’invito che Tucidide rivolgeva ai lettori, spronandoli a conoscere il passato per poter comprendere il presente e, nei limiti dell’umano, prevedere il futuro. Sgarbi ha sottolineato che «occorrono i grandi vecchi, con le loro grandi voci per allestire un teatro che prenda per mano i giovani e li conduca verso il futuro».

Il curatore vuole seguire e regalare al pubblico l’insegnamento di vita che un illustre intellettuale e animatore delle passate edizioni del Festival dei Due Mondi gli ha lasciato; si tratta di Alberto Arbasino che, dice Vittorio Sgarbi :«mi ripeteva spesso che da giovani è inutile frequentare i coetanei, ma è meglio incontrare i vecchi, per vivere con loro passaggi temporali che ci sono negati, per colmare gli abissi del tempo e attraverso la memoria, non perdere l’occasione di vivere il passato».

Spoleto Arte, dunque, chiama a raccolta i giovani e li sprona a volgere lo sguardo indietro per programmare il futuro. Artisti anziani e giovani esordienti si affiancheranno nell’esposizione. Tra i nomi celebri a cui il Festival intende dare voce quest’anno, campeggia quello di Dario Fo. Attore, regista e scrittore, il premio Nobel si è distinto anche come pittore. «La molteplicità della sua espressione estetica  – dice Sgarbi – si potrà ammirare nell’esposizione delle venti tele che raccontano la sua passione per la pittura». Accanto a lui un omaggio a Pier Paolo Pasolini, attraverso gli scatti di Roberto Villa che lo ha seguito sul set de Il fiore delle mille e una notte nello Yemen. Infine, il ricordo del passato anche negli occhi di un figlio d’arte, Josè Dalì, figlio di Salvador Dalì. Al termine della conferenza stampa una domanda per il curatore: «Si può recuperare il senso della bellezza?». «Il senso della bellezza è il fulcro di tutto – è la risposta del curatore – e si deve ricominciare a investire nella cultura per ritrovarlo».

Dal 27 giugno al 24 luglio, Spoleto, palazzo Leti-Sansi; info: www.spoletoarte.it