Pedro Reyes a Milano

Mettiamo il caso che alcuni personaggi di rilievo, come Karl Marx, Leon Trotsky, Vladimir Lenin, Frida Kahlo e David Alfaro Siqueiros, legati gli uni agli altri da una tipologia di pensiero politico alquanto rivoluzionario, si ritrovassero in una medesima stanza a discutere profondamente su questioni ruotanti intorno alla loro ideologia comunista, di derivazione Marxista. Attraverso il lavoro scultoreo di Pedro Reyes si concretizza questa ipotetica relazione, in mostra alla Lisson galley. Questo artista messicano è noto per riuscire a creare questo genere di situazioni servendosi oltre che della scultura anche di costrutti teatrali. Per esempio, si ricordano le sue ricerche nel campo che l’hanno portato a organizzare seminari mobili, soprattutto per la sua clinica itinerante Sanatorium (2011- 13), in compagnia della quale sottoponeva i partecipanti a particolari terapie che coinvolgevano, di volta in volta, diversi metodi, come lo psicodramma, l’ipnosi, lo sciamanesimo e la gestione della rabbia.

Pedro Reyes è un personaggio che ha calamitato l’interesse di varie persone provenienti da differenti parti del mondo, per i suoi progetti che mirano sovente a un miglioramento dell’esistenza umana, severamente inghiottita da problematiche sociali. Nel 2008 con Palas por Pistolas, Reyes ha collaborato con le autorità locali di Culicán, riuscendo a fondere varie pistole per tramutarle in vanghe, al fine di piantare alberi in città sparse per il mondo. Invece nel 2013 con Disarm, si fece procurare dal governo Messicano più di 6.700 armi da fuoco confiscate, per trasformarle in strumenti musicali meccanici. «Sono coinvolto in una crociata a favore del disarmo di tutte queste città per mezzo d’iniziative creative», afferma Reyes. In altri casi, l’artista analizza i più grandi problemi mondiali grazie a tecniche partecipative. In Sanatorium (2011-2013), così, cerca firme per una clinica temporanea, con lo scopo di agevolare il placarsi di malesseri urbani. Pedro Reyes vive e lavora a Città del Messico. Ha studiato architettura all’Università Ibero-Americana di lì. Tra le sue mostre si ricordano quella nel 2003 alla cinquantesima Biennale di Venezia e quella nel 2014 all’interno del Museo Jumex, Città del Messico.

Fino al 18 luglio; Lisson gallery, via Zenale 3, Milano; info: www.lissongallery.com

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