Metro Spagna, l’ultima notte

Ancora metro Spagna, ancora di notte, continua Urban legends. Dopo i sei street artist francesi, nella notte del 29 e 30 maggio, è la volta degli italiani. Nell’orario di chiusura della stazione gli autori hanno iniziato e ultimato i loro lavori sulle pareti del tunnel che conduce ai treni. Tre artisti la prima sera: Tellas, Andreco, Jaz e altri due la seconda: Lucamaleonte ed Eron, il sesto Moneyless: assente. Anche per loro, come per i francesi, questa è solo una tappa di Urban legends che si concluderà il 7 giugno con una mostra al Macro Testaccio. Le opere sono quasi tutte pronte, molte delle quali realizzate in un atelier affitato per l’occasione dalla 999 contemporary, organizzatrice dell’evento, a rione Monti. Un lavoro per ogni artista e più lavori frutto di collaborazioni intrecciate. Tre coppie francesi: Epsilonpoint con C215; Seth e Baoudelocque; Alexone e Popeye. Doppio tris per gli italiani: 108, Tellas e Moneyless; Lucamaleonte, Andreco ed Eron.

«Il curatore potrebbe non essere d’accordo, ma secondo me la street art quando entra in un museo non è più street art rimane solo arte e questo fa degli artisti di strada degli artisti a tutti gli effetti», dice Lucamaleonte mentre con il pennelo traccia linee nere sulla parete illuminata dal proiettore. Non c’è nessun volto di Totti questa volta ma un soggetto dai toni anticati ispirato alle grottesche. Un capannello di fotografi non sembra turbarlo, mentre accanto a lui, molto più schivo e riservato sta lavorando Eron. «Devo cominciare perché alle 8 ho il treno che mi riporta a Rimini. Ho pensato di creare un’opera a metà strada tra installazione e murales. Mi piace dialogare con l’architettura circostante, contestualizzando sempre il mio lavoro. Fra strada e museo non vedo grandi differenze, cerco di adattarmi alle varie circostanze». Eron picchietta dei cartelli di vendesi e affittasi, sporacandoli col color ruggine. Ci fa vedere il bozzetto del progetto: «Dai cartelli colerà il colore e si andranno a delineare i contorni di volti». È l’unico degli 11 artisti ad aver utilizzato un elemento diverso dalla pittura e dalle bombolette come ausilio per la sua opera. Verso l’ingresso Tellas è al secondo giorno di lavoro, l’opera è praticamente finita e si sviluppa su due dimensioni: «Mi piace interagire con lo spazio e ho cercato di annullare la linea di divisione tra la parete e il pavimento». Sono le uniche parole che riusciamo a strappare all’artista che solitamente rilascia interviste solo ai blog «Di norma sono più informati dei grandi giornali». Usciti dal tunnel, Spagna di nuovo non è più la stessa. Info: www.999gallery.com