Franceschini: «Puntare sull’arte contemporanea»

Milano

Non valorizzare solo il passato, ma guardare anche a presente e futuro. Si può riassumere così l’intervento del ministro ai Beni culturali, Dario Franceschini (foto), che questa mattina sul palco del teatro milanese Franco Parenti ha preso parte a un incontro sul finanziamento della cultura in Italia intitolato Finanziare la cultura. Le risorse pubbliche necessarie, le risorse private possibili. Molti i temi toccati dal ministro nei venti minuti di intervento, in cui ha esposto i passaggi principali per il rilancio del settore culturale italiano. Secondo il responsabile del dicastero dei Beni culturali, ogni paese deve individuare la propria vocazione e investirci per essere più competitivo in questo secolo, un riferimento alla possibilità per l’Italia di puntare sulla parte alta della propria filiera produttiva, quella delle eccellenze, «perché – ha detto – la cultura è l’ossigeno della nostra economia». Il tipo di turismo a cui il paese dovrebbe puntare sarebbe quindi, secondo Franceschini «quello che viene a cercare l’eccellenza e la sostenibilità. La tutela dei beni culturali dovrebbe essere lo strumento che attira non certo il turismo di massa che distrugge, ma quello che ricerca la qualità».
Proseguendo nel suo intervento, il ministro ha poi affrontato la questione del Sud, ricordando come «l’85% dei turisti che arrivano in Italia si ferma a Roma, il 15% va nel mezzogiorno», un’indicazione, secondo Franceschini, del potenziale turistico delle regioni del meridione. Annunciato anche un piano di riforma del ministero dei Beni culturali, a cominciare dalla parte del turismo, praticamente azzerata, e la parte cultura, da costruire. Due in particolare i settori nominati dal ministro nell’ambito della riforma: l’educazione alla cultura, molto integrata al ministero dell’Istruzione, assieme a un settore che guardi ad arte e cultura contemporanea, su cui si è investito poco.