You can’t go home again

Roma

Inaugura oggi, 29 aprile, la mostra di Leila Mirzakhani negli spazi della galleria romana La nube di Oort. L’esposizione si inserisce all’interno di un progetto di tre mostre in rapida successione. Una formula che punta a tenere alta la tensione intorno a un tema molto caro alla curatrice iraniana Helia Hamedani: «Dov’è casa? È dove eravamo o dove siamo? È un luogo fisico o nel mondo delle idee? È la nostalgia del passato o il nostro desiderio per il futuro? Ci protegge dall’esterno o ci imprigiona in una rassicurante melanconia? È il luogo dei ricordi felici o delle perdite tragiche?». Intorno a questo quesito ruotano le tre mostre. In particolare, la Mirzakhani parte da giardini di solitudine, nostalgici e poetici, dall’aria fumosa di colore blu, dove fugge dalle ombre nere che la inseguono. A volte, come nell’installazione La casa è nera del 2013, la nostalgia dei giardini immaginari viene accompagnata dai profumi delle spezie che le ricordano casa. Per lo spazio milanese, l’artista tratta la casa come una fuga-prigione, uno degli archetipi più noti, in quanto sicura perché chiusa ma anche come una gabbia. Registri differenti, si alterneranno in questo progetto: melanconico, doloroso o progettuale, ma per il finissage l’artista, insieme a Donatella Spaziani e Adelaide Cioni, le altre due protagoniste, si riunirà in un dialogo con la presenza della curatrice.

Articoli correlati