A piedi sulle orme dei samurai

Kyoto

25 aprile 2014. Giorno 3
Kyoto

Decidiamo di visitare la città in bici e il lungofiume di Kyoto si presta perfettamente alla situazione. Il Kamo è tranquillo, incredibilmente cristallino e i viali che lo costeggiano sono colmi di ciliegi in fiore. Come noi, in tanti lo percorrono… Giovani studenti, uomini d’affari, sportivi, signore che passeggiano, skaters, intervallati da qualche pescatore solitario. Attraversiamo tutta la città, fino ad arrivare al parco più grande e bello di tutta Kyoto. Ogni viale porta al palazzo imperiale, quasi severo nelle sue linee e nei suoi colori, ma come ogni cosa qui, perfettamente in armonia con ciò che lo circonda. Superato il parco ci perdiamo all’interno di un vero e proprio mercato delle pulci. Ovviamente ciò che più colpisce è l’infinita varietà di kimono e sete dalle mille tonalità. Sono molte le donne che indossano i costumi tradizionali in questa zona della città. Ci rifugiamo dal caldo in un ristorantino tipico nascosto tra le viette del mercato, donne sole, che consumano il loro pasto con infinita grazia, in un silenzio quasi cerimoniale. Direzione Gion, il quartiere delle geishe, vera e propria attrattiva di Kyoto. Qui, turisti e non solo, fanno dei veri e propri ”appostamenti” per rubare qualche sguardo o qualche scatto a queste donne, le cui rinomate maniere servizievoli non riescono in alcun modo a sminuire il loro misterioso fascino.

26 aprile. Giorno 4
Kyoto – Magome – Tsumago

Nakasendo stiamo arrivando! Alle 4 e mezza suona la sveglia e inizia la nostra avventura. Ci addentriamo nel cuore del Giappone attraverso un antico sentiero del XVII secolo che unisce  Kyoto, l’antica capitale imperiale, a Edo (Tokyo), capitale politica del paese. Prendiamo il treno che ci porta a Magome e appena scese non ci è difficile capire cosa respireremo nei prossimi giorni! Tutto qui sembra non avere tempo. Dopo qualche ora di camminata arriviamo in una valle dove la parola d’ordine non può essere altro che Sakura! Difficile credere che tante tonalità di rosa possano esistere, rimaniamo a bocca aperta di fronte a un vero e proprio spettacolo della natura. Rimangono altre tre ore di sentiero prima per arrivare a Tsumago, una delle 69 post town che offrivano ristoro ai viaggiatori. La nostra prima notte in un ryokan, tipica locanda del luogo, è anch’essa sorprendente. Questi luoghi riescono a coniugare la semplicità di quattro mura e un tatami a quanto di più accogliente si possa immaginare.

27 aprile. Giorno 5
Tsumago – Nagiso – Nojiri – Kiso Fukushima

Lasciamo alle nostre spalle la poesia di Tsumago, tra artigiani e locande, inconsapevoli di cosa ci attende. Davanti a noi 8 ore di lungo cammino tra le montagne intervallato soltanto dall’incontro di qualche contadino e cartelli di allerta di orsi e macachi. Esauste arriviamo al Kiso-Fukushima, dove pernotteremo questa sera, il sorriso torna subito quando veniamo accolte da Yuki, che ci accompagna nella sala dove viene servita la cena. Prelibata! Prima di andare a dormire ci concediamo qualche ora nel loro onsen, rigorosamente all’aperto e tra le rocce, in una vasca fumante da dove vediamo un’infinità di stelle cadenti. Buonanotte!

28 aprile. Giorno 6
Non possiamo lasciare del tutto Kiso-Fukushima senza fare la conoscenza delle autorità locali. Un salto in commissariato per il rilascio della denuncia di smarrimento del passaporto (le cui modalità rimangono un mistero), dove ci intratteniamo in un’improbabile conversazione con il capo della polizia, talmente incuriosito dalla presenza di due giovani ragazze italiane in quel remoto paesino del Kansai, che si offre gentilmente di darci un passaggio alla stazione. Poche fermate e scendiamo a Yabuhara. Siamo salite abbastanza in alto e rispetto a Kyoto fa piuttosto freddo. Qui i ciliegi devono ancora fiorire! Lasciamo il paese alle nostre spalle e ci inoltriamo nel senitiero che ci porterà fino al passo di Torii-toge, il percorso non è lunghissimo ma la salita si fa sentire. Dalla cima del monte la vista è mozzafiato. Intravediamo a valle la nostra meta, Narai. La strada principale, un susseguirsi di botteghe, è molto animata al nostro arrivo, ma quando decidiamo di fare una passeggiata dopo cena, lo scenario è completamente cambiato. Narai, città fantasma!

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Foto di Giorgia Romiti e Diletta Pagni