L’altro Matisse

”Dipinti con le forbici”, così Henri Matisse definiva i suoi collage, opere a cui il grande pittore si è dedicato nell’ultimo periodo della sua vita quando si vide su una sedia a rotelle costretto ad abbandonare il pennello per prendere in mano le forbici. Queste sperimentali opere sono in mostra alla Tate Modern di Londra, fino al 7 settembre nella personale dal titolo The cut-outs: 120 quadri che offrono al visitatore londinese una panoramica unica sugli ultimi lavori di Matisse, raccolti da molte parti del globo, che cominciò a realizzare quando la malattia lo costrinse a rinunciare alla pittura e prese il sopravvento sulla sua vita nel 1947. «Qui tutto è un ritorno alla libertà», ha dichiarato Nicholas Serota, direttore della Tate nel descrivere la tecnica stilistica utilizzata dall’artista e tanto invidiata da Picasso. «Molti artisti – precisa Nicholas Cullinan, curatore dell’esposizione – verso la fine della loro vita hanno sviluppato uno stile tardivo ma Matisse ha fatto qualcosa di molto diverso, ha sviluppato un altro mezzo d’espressione completamente differente. Negli ultimi 15 anni della sua vita le sue opera si sono ingrandite, sono diventate più ambiziose, gioiose, giovani. Io penso che lui sentiva di dover correre contro il tempo per terminare il suo lavoro».

«La mostra sarà la più bella mai vista a Londra», ha promesso entusiasta Serota. «Uno spettacolo: il museo londinese, infatti, si trasformerà in uno studio immerso nella luce del sole del sud della Francia», ha scritto il Times nei giorni precedenti l’inizio dell’esposizione. Il celebre album Jazz, tra le opere più conosciute del celebre pittore, è stato creato con una tecnica particolare di decoupage chiamata papiers découpés: la tecnica ideata dal pittore negli anni Quaranta veniva eseguita con carte colorate, che permettevano a Matisse di disegnare nel colore per poi applicare le forme ottenute su tela. «Non basta – precisava Matisse – mettere i colori, per quanto belli, gli uni accanto agli altri: bisogna anche che questi colori reagiscano gli uni con gli altri. Sennò è cacofonia. Jazz è ritmo e significato». Dopo Londra, l’esposizione, che viene accompagnata da un filmato che mostra l’artista a lavoro nel suo studio, approderà a New York in autunno.

Fino al 7 settembre, info: www.tate.org.uk/visit/tate-modern

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