Vittorio Sgrabi: «Dirigere il Macro? Certo che sì. Ecco cosa farei»

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Altro che pesce d’aprile, c’è chi il primo del mese scherzava sull’eventualità di Vittorio Sgarbi come direttore del museo Macro di Roma. Dalla finzione alla realtà. Poco fa il critico, interpellato in proposito a margine di un suo incontro con il sindaco di Roma Ignazio Marino, ha detto: «Se accetterei? Ovviamente sì, accetterei ogni incarico di direzione di un museo. Alcuni credono che essendo uno storico di arte antica non dovrei occuparmi d’arte contemporanea, sono coloro che hanno inventato la categoria dell’ignoranza per cui l’arte contemporanea è un genere a parte».

E poi continua illustrando come cambierebbe la struttura del museo qualora ne diventasse direttore: «L’idea mia è questa: mettere al Maxxi o al Macro i Bronzi di Riace perché l’arte contemporanea è tutta la grande arte. Questo è stato un argomento sfiorato. Quando c’era Alemanno mi avevano proposto di fare il soprintendente dei musei e poi hanno nominato Umberto Broccoli. All’epoca c’era Umberto Croppi che era un mio grande amico e mi ha detto ”tu non puoi fare niente”. Poi mi rivelò che il motivo è che gli avrei fatto ombra. La soprintendenza consente di muoversi tra antico e moderno. Trovo però divertente la diceria per cui la cosa non dovrebbe riguardarmi. Essendo tutta arte contemporanea bisognerà creare discontinuità e continue provocazioni».