Giacinto Cerone: il massimo dell’orizzontale

Roma

Il Macro di Roma celebra, a dieci anni dalla scomparsa, Giacinto Cerone. Il 20 marzo apre la mostra curata da Benedetta Carpi de Resmini, con una serie di lavori su carta, molti del quali inediti. Mettendo da parte il peso della materia con la quale è abituato a lavorare, nei disegni Cerone trasferisce sul piano orizzontale del foglio la potenza del segno. Per l’artista, in questa serie di opere, le cose cessano di essere ciò che sono per diventare ciò che noi vogliamo che siano. Così la fioritura di un arbusto, una figura senza volto, un qualsiasi elemento naturale si trasforma, attraverso la carta, in una visione alchemica. Il segno di Cerone è inconfondibile: lavora con entrambe le mani, con potenza, da destra verso sinistra e viceversa, contemporaneamente. In questo modo la tensione emotiva e la fisicità tipica delle sue sculture emerge con la stessa forza nelle opere su carta esposte fino al 7 settembre. A conclusione del percorso espositivo vi è una serie di documenti, lettere, fotografie provenienti dall’archivio Giacinto Cerone che ha collaborato alla realizzazine della mostra.