Cinema nel cinema questa settimana a partire dall’opera di Giuseppe Marco Albano Una domenica notte, nel quale il personaggio di Antonio Colucci vede interrompere i propri sogni da regista a causa di scelte quasi obbligate dovute al matrimonio e alla routine quotidiana. Con Antonio Andrisani, Claudia Zanella e Francesca Faiella il film è rappresentativo del fatto che non è mai troppo tardi per rendicontare i propri bilanci di vita e ritrovare l’entusiasmo col fine di riprendere i progetti lasciati nel cassetto; Albano dirige con minuziosa cura senza spingere forzatamente sulla commozione, delineando un quadro dai ritmi visivi costanti e più quieti rispetto alla pellicola statunitense Lone survivor diretta da Peter Berg. Interpretato da Mark Wahlberg e Taylor Kitsch il film è descrittivo di una critica decisione che quattro componenti del Seal, circondati da un gruppo di talebani, dovranno prendere in una situazione estrema. Ispirandosi al testo autobiografico di Marcus Luttrell il regista incalza lo spettatore con elementi di tensione e azione; ci si muove sulle montagne russe con scossoni che guardano dritto all’emotività ma anche alla psicologia dei personaggi, e tra azione e scene di tensione è comunque Walt Disney che segna profondamente le nuove uscite settimanali con il documentario di Marco Spagnoli Walt Disney e l’Italia una storia d’amore e Saving Mr. Banks diretto da John Lee Hancock.
Nel primo Spagnoli ripercorre le vicende di vita e professionali del celebre fumettista e cineasta attraverso le voci narranti di Serena Autieri e Vincenzo Mollica, e gli interventi di svariati personaggi del panorama culturale italiano. Attraverso immagini di repertorio il regista omaggia Disney ed il suo legame con l’Italia montando un lungometraggio più contenuto rispetto all’opera di John Lee Hancock forte di una robusta produzione, che racconta la vera storia di come lo stesso Disney, interpretato da Tom Hanks, riuscì ad acquisire i diritti del best seller Mary Poppins scritto da Pamela Lyndon Travers (Emma Thompson). La pellicola resta tra le migliori della settimana; la sceneggiatura di Kelly Marcel ricrea perfettamente la dimensione dello stile classico di Hollywood ma con un’atmosfera moderna, la colorata fotografia di John Schwartzman accompagna le avventure dei personaggi con colori pastello ben definiti che non saturano gli occhi di chi guarda, che vanno ad unirsi ad un ritmo filmico lineare che resta onesto con lo spettatore grazie alla mancanza di un’inutilità narrante, nella quale questo tipo di genere cinematografico rischia facilmente d’inciampare. Un’opera sfarzosamente coerente e ben interpretata che conferma Hancock (The Blind Side) abile regista, e che trova un impegnativo antagonista nel dramma diretto da Steve McQueen 12 anni schiavo, nel quale l’attore Chiwetel Ejiofor sorregge con decisiva bravura il logorante tema della schiavitù vestendo i panni di Solomon Northup che, durante il 1841, viene rapito e venduto ad alcuni proprietari terrieri, tra i quali Edwin Epps (Michael Fassbender). Tratto dalla storia autobiografica di Northup la trasposizione non è certamente piatta e il pathos c’è, tant’è vero che il pubblico riesce ad immergersi con convinzione nella drammaticità degli accadimenti e nell’emotività del protagonista. Un film forte che di nuovo alimenta un tema ancora attuale e in cui McQueen usa la cinepresa come un coltello per squarciare le coscienze, e non dimenticare le umiliazioni nutrite da contesti che deformano l’essere umano fino a farlo diventare un cane randagio, rabbioso e senza tentennamenti verso il più debole. Sceneggiata dallo stesso McQueen e John Ridley la pellicola non frena sulla crudezza e non lascia spazio a sprechi emotivi, conquistandosi nove nomination agli Oscar tra cui miglior film, miglior regia, miglior attore protagonista e miglior sceneggiatura non originale. Nel cast anche Brad Pitt, coproduttore dell’opera.