Hard copy

Roma

Con Hard copy la fondazione Pastificio Cerere inaugura la nuova stagione espositiva, segnando sempre più il suo interesse nei confronti della formazione e della sperimentazione, offrendosi come un luogo aperto alla città, agli artisti, alle istituzioni italiane e straniere che vi operano. La mostra è un’occasione preziosa che permette a questi artisti di uscire dal contesto circoscritto dell’accademia dove sono ospiti e di entrare più attivamente nella vita culturale della capitale, in un fecondo scambio tra realtà internazionali. Il titolo, Hard copy, sottolinea l’idea di fondo della mostra, una riflessione sulla natura ambigua della copia. Per hard copy, infatti, si intende la copia cartacea di un file digitale che, al momento della stampa, acquisisce una consistenza fisica con una temporalità definita. Il file digitale è potenzialmente modificabile all’infinito e solo la copia cartacea riesce a fissarne le trasformazioni, ponendosi come una pausa temporale nell’ambito dell’esistenza virtuale. Allo stesso modo i lavori esposti sono il frutto di un lento processo di elaborazione di opere preesistenti che, presentate e materializzate in un diverso contesto, nella loro interazione sono soggette ad assumere significati diversi e inaspettati. Riproponendo in chiave contemporanea questioni ispirate alla filosofia platonica, le opere sembrano voler mettere in discussione i meccanismi della riproduzione e le inerenti problematiche fenomenologiche degli oggetti temporanei. L’osservatore è dunque invitato a cogliere l’aspetto transeunte dell’opera, rompendone, qualora ce ne fosse ancora bisogno, ogni idea di immutabilità e trasformandone la fruizione in un’esperienza visiva personale e mai definitiva. Queste considerazioni sulla transitorietà fisica dell’opera d’arte nascono dalla condizione stessa degli artisti coinvolti, residenti momentanei e passeggeri nella città eterna per antonomasia, dove tutto sembra ineluttabilmente scritto sulla pietra.