Tufano

Nola

Da anni impegnato in una ricerca che scardina i criteri tradizionali dell’opera, Tufano trasforma l’arte in una serie di azioni o di oggetti, che mettono in discussione il significato e il valore che l’arte può assumere nei confronti del vivere nella società civile. Per diverso tempo il suo fare artistico è stato addirittura il delegare agli altri (artisti, critici o letterati) la realizzazione di opere o progetti d’arte nel suo spazio vitale, la sua casa-galleria. Le opere della serie L’Italia cor-rotta, realizzate in scultura e in carta, affrontano con le loro sagome deformate e in parte frantumate una dolorosa riflessione sul significato che il concetto di nazione ha assunto nella contemporaneità, tra laceranti politiche locali e perdita del senso di appartenenza comune ampiamente diffusa nelle vecchie e nuove generazioni. L’artista, attraverso un’azione dissacrante, con sottile ironia e facendo il verso anche alla famosa Italia rovesciata di Luciano Fabro, che per primo ha agito sulla sua forma, muta la prospettiva cui siamo soliti pensare alla nostra nazione, con un nord in alto e un sud in basso, con uno “stivale” regolare e integro. I confini tra regioni e città si frantumano sotto il gesto distruttivo dell’arte e con essi le certezze che hanno imperniato il nostro sentirci parte di una nazione, di un unico Stato. Le sagome giungono addirittura a sdoppiarsi, le singole regioni dividersi!  Affiora qui un punto di contatto con Giordano Bruno, il Nolano, cui la mostra è ispirata, che facendo proprie le teorie copernicane, ha rivoluzionato la teorie di un sistema di pianeti unico, in favore di una molteplicità di sistemi eliocentrici, ponendo l‘uomo moderno di fronte alla incommensurabilità dell’universo. Nelle carte di Tufano le sagome dell’Italia assumono un valore materico particolare: tra bruciature, grinzature e frammenti di pagine dei quotidiani, l’idea topografica della cartina, così come siamo abituati a vederla sugli atlanti, appare violata quasi con ferocia, con volontà distruttiva. Tufano vuole forse puntare l’attenzione sugli errori politici, economici e culturali commessi in questo ultimo ventennio che hanno portato al tradimento delle potenzialità che aveva l’Italia del boom economico. L’azione deformante agita su queste cartine geografiche non può del resto non far pensare ai territori martoriati dalla bramosia speculativa comune a tanti luoghi del nostro“stivale” che da nord a sud ha contribuito a cancellare forse per sempre l’immagine del “bel Paese”, ricco di bellezze naturali e di risorse culturali. Le bandiere dell’Italia e dell’Europa, inoltre, anch’esse tagliuzzate e lacerate, sono simbolo della fragilità delle convenzioni economiche e sociali, quando non sono emanazione di un comune e forte sentimento di appartenenza.

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