Tre mostre

Torino

La wunderkammer della Gam apre il 2014 con un’importante novità: il progetto, che da cinque anni presenta al pubblico preziosi nuclei del patrimonio grafico del museo, si trasferisce in uno spazio espositivo nuovo, più ampio, attiguo al Gabinetto disegni e stampe. La nuova dislocazione rende più immediata la relazione tra il progetto espositivo e l’ampia collezione grafica conservata nel Gabinetto disegni e stampe, ribadendo la specifica vocazione di wunderkammer: offrire al pubblico saggi sulla qualità e le peculiarità della vasta collezione posseduta dal museo, tra le maggiori raccolte grafiche italiane, il cui arco cronologico si estende dagli ultimi anni del Settecento alla contemporaneità. La mostra allestita per l’inaugurazione è dedicata ad un’ampia scelta di acquerelli ed oli di Filippo De Pisis che fanno parte del generoso lascito disposto da Alberto Rossi nel 1956, periodo in cui la galleria d’Arte moderna era sollecitata a rafforzare la qualità e l’importanza della propria collezione in vista della riapertura nel nuovo edificio progettato da Bassi e Boschetti (1959). Uomo di profonda cultura letteraria, artistica, musicale e cinematografica, critico e giornalista, Alberto Rossi (Induno Olona-Varese- 1893 – Torino 1956) fu presenza fondamentale delle pagine culturali de la Stampa. In un momento drammatico della sua esistenza, egli volle lasciare alla galleria la sua raccolta d’arte che comprende anche importanti lavori di Giorgio Morandi, Arturo Tosi, Felice Casorati ed altri artisti del Novecento. Le opere esposte sono testimonianza del rapporto che unì Rossi a De Pisis e dipendono dalle circostanze dei loro reciproci contatti. La loro scelta consente di descrivere le fasi salienti dello stile di De Pisis e la peculiarità della sua evoluzione in ambito europeo. Le opere esposte vanno infatti dal dipinto a olio Natura morta in grigio con caffettiera del 1923, che è un’ interpretazione tipica della generale tendenza classicistica post avanguardistica, a una serie di disegni del periodo parigino (tra 1925 e 1939) che illustrano l’apertura delle forme ad un respiro pittorico senza pari nel panorama artistico, recuperando la libertà della pittura del romanticismo e dell’impressionismo e un’euforia lirica inconfondibile di De Pisis. Oltre a significative opere del successivo periodo milanese (1939-1943), il culmine dell’esposizione consiste in una serie di magnifici fogli e dipinti del periodo veneziano (1943-1948), con nudi, volti di ragazzi e nature morte, caratterizzati da una sconvolgente esuberanza pittorica. Gli ultimi struggenti acquerelli del disperato periodo finale della vita dell’artista, durante i ricoveri a villa Fiorita a Brugherio presso Milano, attanagliati dalle fasi alterne della malattia, esprimono in dissolvenza diafana un’altissima qualità poetica. Le opere che dalla segretezza discreta della passione artistica di Alberto Rossi emersero alla sua morte come patrimonio destinato ad arricchire la Galleria, sono dunque una guida dal personalissimo carattere, utile alla comprensione del vertiginoso talento e dell’originalità inventiva di Filippo De Pisis.

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