Il metodo di Luca Bertolo

Torino

Luca Bertolo è internazionalmente noto per il suo lavoro pittorico. Una produzione fatta di un inesausto cercare tra le innumerevoli possibilità linguistiche della pittura con metodo, irrequietezza e umorismo per rovesciarle una sull’altra, eliderle una con l’altra e forse testimoniare così l’infinita rinascita dell’immagine dalle proprie ceneri. Meno noti sono i suoi video. Bertolo li usa come momenti di bilancio, come occasioni per fare il punto sulla propria ricerca e sul proprio metodo di ricerca. Per questa ragione le opere video di Bertolo prendono forma a distanza di anni una dall’altra, e tuttavia emergono con una inaspettata maturità linguistica. La sovrapposizione di immagini e materiali di diversa natura, che spesso lasciano spazio nei dipinti alla vivacità del disincanto e a un’attitudine filosofica verso i possibili significati dell’arte, nei video, nella loro concentrata bolla temporale, crea pensosi universi di sentimento del reale, unitari come rocambolescamente unitari sanno essere i sogni. A tenere insieme la sintassi ellittica delle immagini è l’uso del sonoro e del testo, recitato e a volte scritto. Musica e parole costruiscono atmosfere familiari e insieme perdute, come un film di Tarkovskij può essere familiare e perduto: una sorta di archeologia dell’avvenire che implica il rinvenimento di frammenti di una struttura e di un metodo che non si sono mai conosciuti nella dimensione compiuta del presente, nati, come tutte le utopie, per essere remoti.