Progetto Bach

Il pianista ungherese Andràs Schiff torna questa sera all’Auditorium parco della musica di Roma per una nuova tappa del suo Progetto Bach: un ciclo di concerti dedicati alle composizione per tastiera del maestro tedesco per antonomasia dell’arte del contrappunto. Johannes Sebastian Bach è il musicista prediletto del pianista, che gli ha dedicato incisioni memorabili, la cui cifra neoclassica, lontana da effetti speciali, ma capaci di restituire tutto l’estro creativo, ne hanno fatto un punto di riferimento della discografia bachiana di tutti i tempi. Il concerto propone il Secondo Libro del Clavicembalo ben temperato, raccolta dalla finalità didattica, assurta nell’olimpo della musica classica e composta di 48 preludi e fughe, ciascuno in una delle 12 tonalità maggiori e minori. «Lo scopo finale della musica non deve essere altro che la gloria di Dio e il sollievo dell’anima» disse il nostro Kappelmeister di Lipsia, e in effetti un certo respiro divino questi pezzi lo promanano.

I due volumi furono composti a distanza di 22 anni, il secondo è nato proprio a Lipsia, nel 1744. L’intero corpus sarebbe stato concepito da Bach a sostegno di un sistema di accordatura innovativo per i suoi tempi, che molti identificano col moderno temperamento equabile. Quello che conta è che, data la variegatezza dell’impulso creativo che innerva il Clavicembalo ben temperato , ogni tonalità viene identificata con una diversa colorazione e sembra esprimere un diverso affetto. Nella tecnica di Bach si percepisce comunque una costante tensione verso la Fuga, forma compositiva a più voci, a cui sembrano sfociare tutti i discorsi musicali da lui affrontati. Come dice Glenn Gould, altro eccelso interprete bachiano nel suo saggio, L’ala del turbine intelligente ,«anche la più semplice melodia invoca una risposta, pronta a spiccare quel volo contrappuntistico che nella tecnica della fuga trova la sua più completa espressione».

Andràs Schiff, che si è aggiudicato il prestigioso Grammy Award for best instrumental performance proprio per un’interpretazione delle Suite Inglesi di Bach, ci restituisce una musica cristallina ma in cui emerge una fantasia libera da ogni inibizione stilistica, che ha fatto scuola, a tal punto che la preparazione del Clavicembalo ben temperato di Bach è il vero pane quotidiano dei pianisti e uno scoglio imprescindibile per gli studenti del Conservatorio che vogliano arrivare al traguardo del diploma. Nel Saggio Godel Escher e Bach l’autore Hofstadter accosta Bach al logico matematico austriaco noto per l’omonimo teorema di Godel e al pittore olandese dalla forte componente geometrica e fisica: l’aspetto circolare, iterativo e architetturale del Clavicembalo ben temperato avvicina inevitabilmente la musica di Bach alla matematica pura. Nel Clavicembalo ben temperato il rigore matematico si fonde all’inesauribile invenzione melodica a tal punto che un qualunque Preludio e Fuga scelto a caso è una ricetta garantita di assoluto godimento musicale grazie a cui l’ascoltatore, come scrisse il filosofo Leibniz, «si ritrova immerso in una attività aritmetica e partecipa all’esecuzione bachiana, inconsapevole di effettuare un calcolo, ma con un animo che ne percepisce il risultato in termini di intima piacevolezza».

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