Teatro dell’Opera, un buco da 45 milioni di euro

Roma

Non c’è giorno che non se ne parli. È di oggi la notizia che solo nel 2013 il teatro dell’Opera ha acculumulato trentotto milioni di debiti, secondo quanto affermato dal sovrintendente Carlo Fuortes. Un deficit documentato in un dossier di ciraca venti pagine. «La situazione non è gravissima, ma sono ottimista. Entro l’anno si potrà azzerare l’indebitamento e riportare in equilibro il bilancio. Questo grazie alla richiesta di accedere alla legge Bray. Perché l’alternativa allo stato dei fatti sarebbe la liquidazione della fondazione». Fuortes è in carica da un paio di settimane al teatro dell’Opera di Roma, incarico che ricopre pur essendo ancora commissario del teatro Petruzzelli di Bari e amministratore delegato della fondazione Musica per Roma, l’ente che gestisce l’auditorium Parco della musica. Incarichi questi che, come è stato confermato ieri dal ministro Bray in risposta a una interrogazione parlamentare, e come riporta il quotidiano Repubblica, non sono in conflitto e verrebbero svolti «con un compenso simbolico di 1000 euro al mese». Nonostante ciò i dati riportati dal dossier non sono di certo rassicuranti. Si registrano infatti un calo dei ricavi del 18%, un aumento di circa 7 milioni di euro dei costi di gestione e del numero dei dirigenti. Sul piede di guerra ci sono invece i sindacati che ribadiscono la loro protesta contro la legge Bray perché vedono in questa una minaccia di tagli all’occupazione, rinnovando così l’avvertimento di bloccare la prossima tournée in Giappone. L’accesso alla Bray è stato chiesto da otto fondazioni liriche in Italia e dall’Opera con un anticipo di cinque milioni di euro e può avvenire soltanto attraverso un programma che deve essere definito anche con i sindacati. «È un lavoro che darà risultati nell’arco di tre o quattro anni – ha detto Fuortes – aumentando la produttività e il sostegno dei privati». Alla prossima puntata.