Il Novecento in mostra

Spesso il Novecento viene ricordato come il secolo breve, richiamando il noto testo dello storico Eric J. Hobsbawm eppure non fu certo un periodo felice, talmente poco che a cento anni di distanza ne portiamo ancora gli strascichi. Il Novecento fu infatti uno spartiacque nell’ordine della macro-storia, ricordato per le due guerre mondiali, di cui la prima proprio quest’anno ricorre un secolo, e soprattutto segnato dallo spostamento politico che a un modello eurocentrico sostituisce l’affermazione definitiva degli Stati Uniti d’America, riconosciuti come potenza indiscussa. Ricordare le pagine nere di quel periodo e gli errori passati, anche solo per capirne le conseguenze, diventa quasi un obbligo. È su questa linea che s’imposta la mostra curata da Giannella Demuro e Ivo Serafino Fenu di Antonello Fresu nella pinacoteca comunale di Oristano intitolata Nero Project.

Fino al 15 febbraio la città sarda ospita così un allestimento simile per certi versi a una wunderkammer al contrario, dove allo stupore per la meraviglia si sostituisce l’imbarazzo per i tragici sbagli commessi. Il tema che regge il percorso è, appunto, il secolo breve, ad essere precisi, la parte nera di quel periodo che viene richiamata alla memoria attraverso l’opera dello psicanalista e artista Fresu. Il creativo mette in scena una serie di grandi opere composte da un pop up che unisce immagini provenienti da archivi sparsi un po’ per tutto il mondo. Fotografie strappate da riviste d’epoca oppure ritrovate in archivi privati o personali dove alla grande storia con la s maiuscola si alternano le piccole vicende private di chi quella storia l’ha vissuta. Si susseguono modelli estetici diversi che trovano unione solo nella mano dell’artista che crea mondi forse mai esistiti ma che raccontano storie tragicamente vere.

Lo stile adottato ricalca da vicino la tecnica infantile del collage, scelta artistica non a caso anche di dadaisti e surrealisti che la elevarono, contro il loro volere, a un più che rispettabile metodo creativo. Fresu si riallaccia alla tradizione per contrasto: se la tecnica ricorda i nostri giochi d’infanzia il tema che rappresenta è però ben più serio e più macabro, decisamente inadatto a un passatempo infantile. Per l’occasione la pinacoteca Carlo Contini apre al pubblico alcune delle sale che normalmente sono chiuse al pubblico, un motivo in più per visitare la mostra.

Fino al 15 febraio; pinacoteca Carlo Contini, via Sant’Antonio, Oristano; info: www.neroproject.org

Articoli correlati