Crescere con l’opera

Undici dodici tredici… e buon viaggio, è la personale di Pino Deodato alla galleria Atlantica Altavilla, Vicenza. Ed è proprio nel viaggio che il curatore e gallerista Paolo Rigon accompagna il visitatore lungo un percorso che nasce da una ricerca estetica nel contemporaneo. Da sempre la location vicentina ha dimostrato forza nel proporre iniziative culturali capaci di superare il comune iter del sistema arte. L’indagine nel mondo che indaga, è la colonna portante delle scelte espositive. In questo periodo i corridoi e le stanza di Atlantica sublimano e lasciano quella nebbia di mistero grazie alle opere di Deodato, una magia nella realtà. Delicate armonie di pastelli intrecciate a figure fantastiche che si arrampicano su improbabili sculture ed installazioni, lasciando quel profumo di mistero, di domanda, quella curiosità che nella vita spesso ci viene strappata della pochezza dell’ovvio. Si cresce con l’opera, osservandola come bambini e solo poi la si capisce come adulti con una dolcezza che rimane sul palato. Nato nel 1950 a Nao di Jonadi, Vibo Valentia, Pino Deodato, nel 1969 a Milano studia all’accademia di Brera. Una scelta che si rivela felice, considerato che già dopo il primo anno di studi viene premiato come uno degli studenti più promettenti dell’Accademia con una collettiva alla galleria Ciovasso. Intanto, nel capoluogo lombardo Deodato conosce i maggiori esponenti dell’arte milanese come Paolo Baratella e Giangiacomo Spadari del quale diventerà assistente. In quegli stessi anni si avvicina all’ambiente artistico francese ed importanti maestri: Gerard Guyomard, Ivan Messac e lo spagnolo Arrojo. Erano, gli anni Settanta, tempi in cui la cultura camminava di pari passo con le vicende politiche e sociali influenzando anche le creazioni dell’artista. Opere personalissime, che vengono esposte al Salon dela Jeune Peinture al Musèe D’Art Moderne di Parigi e al Musèe du Luxemburg, alla galleria Alvarez di Lisbona e Oporto, dove rappresenta la giovane pittura italiana all’estero. Ospitato in diverse realtà della penisola, Quadriennale d’arte nazionale di Roma, mostra al castello G. Murat di Pizzo Calabro, palazzo Gagliardi di Vibo Valentia, tra gli anni ’70 e i primi anni ’80 realizza molti murales legati al sociale e al desiderio di cambiamento. Dal 1982 le sue opere sono presenti in diverse città italiane e all’estero da Milano, Gallerie Gastaldelli, Il milione, Klerks, Cardi, Progettoarte Elm, Bologna, Cristofori, Torino, Narciso, Lucca, Poleschi, a Miami, Ambrosino. Gli vengono commissionati lavori dal Coni, dal Museo Paolo Pini di Milano, dal comune di Torino con Manifesto d’artista e da Sedriano in San Francesco e il lupo. Dalla sua collezionisti come Trussardi, Coveri, Castelli, Pikler, Damiani e Manuli.

L’inaugurazione ad Atlantica ha regalato una piacevole sorpresa in cotinuum nel viaggio espositivo. Senza abbandonare il cammino nell’immenso vortice che è l’arte, Carlo Vanoni, consuete di varie gallerie e curatore di mostre, ha presentato il suo libro: A letto con Monna Lisa, arte contemporanea per pendolari e altri curiosi. Già sugli scaffali delle librerie, questo manuale semplifica la complessità dell’arte seguendo una logica trasparente, comprensibile a chiunque sia intenzionato a capire ciò che spesso risulta troppo articolato. Un modo per accostarsi all’arte senza un approccio specialistico, il tutto con un metodo curioso ed originale, unico. Una conversazione tra pendolari di un treno, di un autobus, viaggiatori con poco tempo ma lunghi tempi d’attesa. Il testo infatti, è suddiviso in dieci capitoli da leggere in pochi minuti: un viaggio di andata e un viaggio di ritorno per ogni giorno feriale, dal lunedì al venerdì. Nel week-end invece niente lettura. Solo qualche consiglio su alcuni luoghi dell’arte contemporanea in Italia. D’altronde dopo lo studio segue la pratica. Scritto a due mani con Luca Berta, il libro, ha la capacità di liberare dalla diffidenze chi si avvicina al mondo contemporaneo con chiarezza e pulizia di linguaggio. Il progetto di Vanoni non si ferma qui, ma si amplifica grazie ad una iniziativa lodevole e molto interessante ovvero di spiegare l’arte attraverso il teatro. Presentato a pochi intimi, ora il progetto cresce per il grande pubblico. Giocando sul palcoscenico con le luci, la musica, le immagini, i confronti, Vanoni segue un copione dove la simpatia si unisce ai grandi temi, dimostrando, ad esempio, come l’orinatoio di Duchamp sia arte tanto quanto la Gioconda. Svelando anche alcuni dettagli del dietro le quinte con curiosità, sottolineando come in realtà tutto sia mutevole ed il passare del tempo diventi una tappa obbligatoria per capire ciò che oggi risulti criptato. Non a caso il manuale è dedicato a Louis Leroy, il critico che nel 1874 scrisse: Monet non vale una carta da parati.

Fino al 22 gennaio, Atlantica, via Piave 35 Altavilla (Vi). Info: www.atlanticagalleria.it

 

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