Reggio, la mia piazza per i Bronzi

L’opera, che ho immaginato per il grande cortile del Museo archeologico nazionale di Reggio Calabria si propone al visitatore, al suo sguardo e alla sua percezione, come un luogo dove stare insieme; una piazza e un palcoscenico dentro cui muoversi, stare, guardare e talvolta assistere al miracolo di tre tende che si aprono come un sipario per lasciare vedere i tre gioielli custoditi dal museo: le due sculture  denominate affettuosamente “Bronzi o guerrieri di Riace” (probabile datazione V secolo a. C.) e la terza chiamata “Testa del filosofo” (Ritratto di Pitagora di Samo?).

La piazza è composta con elementi prelevati dal disegno delle facciate architettoniche (Marcello Piacentini, 1932/1941 e Abdr ,2009/2011) e sovrapposte sulle stesse in modo da realizzare una partitura di frammenti che, pur essendo composti da forme astratte, denunciano la loro provenienza dallo spazio costruito. Questi elementi disegnano delle quinte teatrali di pochissimo aggettanti rispetto alle pareti reali (a loro volta concepite dai progettisti come un muro che duplica quello originale di Piacentini e vi si sovrappone come un coperchio forato). Queste quinte sporgono grazie ad un telaio inclinato di 45° e dipinto di rosso in modo che il colore si riverberi sulle pareti retrostanti dando la sensazione di una velatura di bianco su bianco, una superficie rotta un po’ fantasmatica un po’ strutturale. Forme disegnate da un colore che si riflette seguendo il movimento naturale della luce che penetra dall’alto e inframmezzate dalle ombre (mobili e spezzate anch’esse) prodotte dalle trame metalliche che sorreggono la grande vetrata che copre tutto.

Gli elementi aggettanti sono realizzati con gli stessi materiali (cartongesso e acciaio) con cui sono composte le pareti reali e sono rifiniti con lo stesso intonaco a base di calce che riveste per intero il cortile. L’opera quindi si confonde con lo spazio che la ospita facendosene parte costitutiva, quasi ne fosse una sottolineatura come si fa con un pennarello per evidenziare e marcare quello che ci colpisce di più in un’immagine o nella frase di un libro.

Dal 21 dicembre, Museo archeologico nazionale, piazza De Nava 26, Reggio calabria. Info: www.archeocalabria.beniculturali.it/archeovirtualtour