Let Sfinge – il volo della sfinge

Trieste

Martedì 17 dicembre alle ore 19, DoubleRoom arti visive presenta in anteprima assoluta Let Sfinge (Il Volo della Sfinge), un complesso progetto multimediale nato nel 2010 dall’incontro di diversi artisti europei. L’articolato lavoro, snodandosi fra Ljubljana, Barcelona e Trieste, non poteva che venir presentato in anteprima assoluta in una della tre città che ha dato i natali a questo suggestivo Volo della sfinge che, per l’occasione, verrà presentato in chiave performativa, chiudendo così al DoubleRoom un anno di programmazione dedicato alla performance nelle sue infinite declinazioni e che ha visto il suo apice nel ciclo di 8 performance realizzate nel corso della mostra celebrativa dei 35 anni del Gruppo78, il cui filo conduttore erano proprio gli happening prodotti dal 1978 ad oggi. Il promotore del progetto Let Sfinge per l’Ind-Intimate notions’ dream di Ljubljana è l’artista multimediale italo-sloveno Raj Per Tot, le musiche sono di Raj Kraljev e Riccardo Massari Spiritini, le melodie originali e i testi nelle diverse lingue (sloveno, italiano, inglese e spagnolo) sono state scritte sempre da Kraljev, registrandone le voci assieme a Riccardo Massari Spiritini e Carlos Sedeño e realizzando il mixaggio finale del suono mentre il mastering definitivo è stato realizzato da Sašo Kalan. Let Sfinge è un poema sonoro e visuale sul viaggio epico della sfinge nel mondo onnipresente dei sogni. Essa vola come custode del sapere, per ritrovare l’essenza della verità intima. L’aspetto tecnologico principale di questo progetto consiste nell’uso dei sensori BciI-Brain computer interface. La loro funzione è quella di catturare i processi mentali creativi, emozionali, durante l’atto artistico. L’interesse principale dell’operazione è quello di fare una mappa grafica del pensiero creativo in azione, per mezzo di un modello riconoscibile di forme e sequenze geometriche, lavoro svolto dall’artista visuale Antonio Giacominfluido.it. Un sensore sarà dunque posto sulla fronte della sfinge nel punto dell’occhio della saggezza. Attraverso l’impiego della musica elettronica contemporanea originale, della performance vocale e degli apparati sensoriali tecnologicamente all’avanguardia, Let Sfinge vuole stabilire dunque un rapporto tra l’ideale – il desiderio di auto-realizzazione – e la risposta alienata della realtà. Cerca di spiegare così, attraverso i propri limiti, l’eterno divario tra l’illusione e la sua stessa proiezione sulla realtà.