Kandinskij a Palazzo Reale

Erano i primi anni del Novecento quando Vasilij Kandinskij (1866-1944) cominciò a dipingere i primi paesaggi dalla pennellata densa e corposa, memore della lezione delle avanguardie francesi. Attraverso una mostra monografica con oltre 100 opere che provengono dal Centre Pompidou di Parigi, Palazzo Reale di Milano celebra, dal 17 dicembre al 27 aprile 2014, un grande protagonista della storia dell’arte del secolo passato: Vassily Kandinsky – all’inglese – la collezione del Centre Pompidou. Nel 1896 Kandinskij aveva già lasciato la Siberia, trovando nell’ambiente della Secessione di Monaco terreno fertile per le sue sperimentazioni: album di schizzi, xilografie, stampe colorate e dipinti, come la Vecchia città in mostra, raccontano visioni già fortemente stilizzate. Una ricerca di astrazione che si fa più decisa negli anni del Blaue Reiter, quando i dipinti di Kandinskij iniziano a perdere identità figurativa per giungere, attraverso il colore, ad esiti altamente lirici e spirituali, come teorizza uno dei suoi più celebri scritti edito proprio a Monaco nel 1912, lo Spirituale nell’arte. Tornato nel 1919 nella Russia della rivoluzione d’Ottobre, si scontra con la realtà di una politica che non vede di buon occhio le ricerche ‘individualiste’ di un pittore che pone a fondamento della sua arte le ‘illuminazioni spirituali’. È nello stimolante clima del Bauhaus di Weimar prima (1922) e Dessau poi (1925) che Kandinskij riprenderà, grazie all’incontro con Paul Klee, gli studi sulle forme, i colori ed il processo psicologico-mentale a fondamento di una creatività lirico-formalistica. In mostra l’opera Giallo, rosso, blu identifica il protagonista del quadro nel colore, armonizzato come in una composizione musicale. Tra le ultime opere realizzate in Francia, dove l’artista si era trasferito dopo la chiusura del Bauhaus nel 1933, troviamo in mostra Blu di cielo: alla vigilia dello scoppio della Seconda guerra mondiale la tavolozza si schiarisce e le forme organiche sostituiscono quelle geometriche in un richiamo poetico e struggente verso l’infinito.

L’esposizione, a cura di Angela Lampe – storica dell’arte nonché curatrice e conservatrice del Centre Pompidou di Parigi – e in collaborazione per l’Italia con Ada Masoero, è una grande retrospettiva monografica che presenta oltre 80 opere fondamentali dell’arte di Kandinskij in ordine cronologico. Il percorso espositivo comincia “immergendo” il visitatore in un ambiente capace di trasportarlo fuori dallo spazio e dal tempo, una sala con pitture parietali. Ricreata nel 1977 dal pittore restauratore Jean Vidal queste pitture sono state concepite rispettando fedelmente i cinque guazzi originali, eseguiti da Kandinskij per decorare un salone ottagonale della Juryfreie Kunstausstellung, una mostra che si svolse a Berlino tra il 1911 e il 1930. Questi cinque guazzi sono entrati nella collezione del museo, in seguito alla donazione della vedova Nina nel 1976 al Pompidou. Organizzata secondo un criterio cronologico, la mostra presenta quattro sezioni che si sviluppano lungo otto sale: A Monaco: 1896 – 1914; Di nuovo in Russia: 1914‐1921; Gli anni del Bauhaus: 1921‐1933 e Parigi: 1933‐1944. Ultima opera in mostra Una festa privata, (Une fête intime, 1942), un ripiego nel personale dove l’artista si immerge, per fuggire l’angoscia della guerra. Muore nella capitale francese il 13 dicembre 1944, senza vedere la fine del conflitto. Info: www.kandinskymilano.it

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