Cinema, le nuove uscite

Settimana contraddistinta dall’avventura con l’uscita dell’ultima fatica di Peter Jackson Lo Hobbit la desolazione di Smaug (The Hobbit: The desolation of Smaug), seconda parte della trilogia di film ispirati dall’omonimo romanzo di J.R.R. Tolkien in cui continua il percorso di Bilbo Baggins, interpretato da Martin Freeman, assieme al mago Gandalf (Ian McKellen) e i tredici Nani condotti da Thorin Scudodiquercia (Richard Armitage) alla nuova conquista del Regno di Erebor. Il regista dirige l’opera con l’intento di trascinare gli spettatori nelle sale grazie alla potenza delle nuove tecnologie di ripresa ed in particolare al 3D, strumento al quale Jackson crede ampiamente perché in grado di produrre effetti cinematografici stupefacenti ed accrescere l’impatto visivo sul pubblico; probabilmente un’ambizione non propriamente confacente a quella di Antonio Méndez Esparza che con Qui e là (Aquí y Allá) dirige un film indipendente sulle vicende di una famiglia messicana. Interpretato da Pedro De los Santos, Teresa Ramírez Aguirre, Lorena Guadalupe Pantaleón Vázquez il lungometraggio descrive in maniera pratica e pacata le dinamiche che uniscono i legami dei protagonisti. Vincitore delle Settimana della critica al festival di Cannes 2012 e di molti altri premi in tutto il mondo Qui e là resta un’opera intensa sullo sfondo dello stato di Guerrero adatta agli amanti di un determinato genere filmico e che, qualora volessero invertire rotta, cadrebbero questa settimana sull’irriverente commedia di Leonardo Pieraccioni Un fantastico via vai; storia di Arnaldo Naldi (Pieraccioni), professione bancario, il quale dopo essere stato cacciato da casa dalla moglie Anita, interpretata da Serena Autieri, finisce con l’andare a vivere assieme ad altri quattro studenti appena ventenni.

Un confronto generazionale che non smentisce l’impronta autorale del regista che scrive la sceneggiatura con Paolo Genovese costruendo una commedia complessivamente garbata che vuole divertire dando spunti per considerazioni inerenti al sociale, le stesse sul quale si fonda con pienezza il film girato da Uberto Pasolini Still Life in cui il superbo Eddie Marsan veste i panni di John May, impiegato comunale incaricato di trovare i parenti di coloro morti in solitudine. Successivamente a Machan Pasolini dirige il suo secondo lungometraggio restituendo un’opera di forte intensità emotiva nella quale trova grande spessore e coerenza la fotografia di Stefano Falivene, che riflette sfumature grigio celesti tali da produrre nello spettatore una reale sensazione di solitudine, tema sul quale si basa il film. La scelta stilistica di Pasolini resta con efficacia sui toni bassi, che coerentemente trovano giusta misura all’interno di tutti gli aspetti filmici in una pellicola sorretta da un realismo che si fonde con continuità all’intera durata del film. L’autore conferma la reale curiosità nel trattare ed approfondire questioni che non riguardano scenari borghesi e trova il maggior punto di forza nell’interpretazione di Marsan che restituisce un senso di solitudine quasi palpabile. Mai retorico e banale il progetto cinematografico di Pasolini resta da vedere per l’elevata qualità autorale e per il merito di argomentare senza qualunquismi un tema che purtroppo trova ampio spazio e grande riscontro in molteplici realtà collettive; quello della solitudine appunto, molto più presente di quanto si possa pensare e apparentemente tratta in inganno dall’ingerenza dei mezzi di comunicazione contemporanei. Un dibattito aperto dunque, al quale prenderebbe volentieri parte il protagonista di Temporary Road (Una) vita di Franco Battiato. Presentato fuori concorso all’ultimo Torino film festival il documentario del giornalista Giuseppe Pollicelli e di Mario Tani ripercorre mediante lunghe interviste, registrazioni in studio dell’ultimo lavoro musicale Apriti sesamo e il dietro le quinte di alcuni concerti, l’analisi artistica ed esistenziale del cantautore siciliano da sempre dedito ad una ricerca introspettiva, progressiva e mutevole nel tempo. Il ritratto costituisce un’ottima occasione per gli amanti dell’autore non solo per approfondire aspetti biografici inerenti alla vita dell’autore stesso, ma anche per scoprire aspetti nuovi di un viaggio sia artistico che spirituale e di come questi trovino forma nelle opere del cantautore, che da sempre ha avuto il grande vantaggio di saper creare giuste atmosfere attraverso testo e musica. Distribuito da Nexo Digital il documentario nutre l’ambizione di risultare un vero e proprio film “mettendo in ordine” l’enorme quantità di materiale reperito dai registi e creare il più possibile un profilo completo di colui che è riuscito ad associare un genere musicale cosiddetto leggero a materie quali la spiritualità e la meditazione. La pellicola viene proiettata nelle sale italiane soltanto per un giorno: mercoledì 11 dicembre.

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