Una Mole così grande

Torino

A 150 anni dall’inizio dei lavori di costruzione della Mole Antonelliana, una mostra ne celebra l’importanza per la città di Torino negli spazi dell’atelier La Fucina. Si tratta di un’esposizione nata dall’ispirazione di Valentina Laganà, siciliana ma torinese d’adozione che, come omaggio verso la città che l’ha accolta, ha cominciato a inserire la Mole nelle sue creazioni. Da qui il progetto con Caterina Fossati di una mostra di oggetti d’arte allo stesso tempo facilmente riproducibili, gadget d’artista che celebrassero Torino rappresentandola con il suo simbolo più riconoscibile. Sede del museo nazionale del Cinema, la Mole fu originariamente commissionata dalla comunità ebraica per diventare una sinagoga, nonostante non sia diventata luogo di culto, ad oggi mantiene un’aura religiosa conferita da quel suo spingersi verso l’alto a toccare il cielo. Da questa forma, insieme così solida e così fragile, viene il suo fascino, e da qui sono partiti i 12 artisti coinvolti. La Mole è stata rivisitata in ciondoli, stampe, sculture, è stata moltiplicata graficamente alla ricerca di strutture nuove o esaltata nella riproduzione singola, la sua silhouette è stata ripensata per dare forma a oggetti d’uso comune o è diventata il pretesto per un progetto irrealizzabile. Lo scambio di idee è stato favorito dalla presenza di personalità del mondo dell’arte e del design provenienti da diverse nazionalità: Leandro Agostini, Claudia Isa Alban, Cornelia Badelita, Alessandro Berardi, Luca Cassine, Alessandro Ciffo, Corina Cohal, Jonny Dell’Orto, Matilde Domestico, Mattia Fossati, Moisi Guga, Valentina Laganà, ogni artista ha lavorato in maniera differente dando vita ad un’esposizione che riunisce i mille modi di vedere la Mole.

Un libro, edito da Neos Editore, sarà la memoria di questo evento, gli autori Luca Beatrice, Stefania Bertola, Diego De Silva, Michele Di Mauro, Gianni Farinetti, Bruno Gambarotta, Luciana Littizzetto, Riccardo Marchina, Margherita Oggero, Luca Ragagnin, Enrico Remmert, Hamid Ziarati hanno lavorato con l’intento di illustrare le opere in mostra e anche di parlare della poesia che avvolge ogni lavoro. Ad alcuni di loro il compito di progettare una personale visione della Mole raccontando anche le esperienze che la vedono protagonista o compagna. Da uno di questi racconti si leggono le parole di Edmondo De Amicis del 1906: «…Infine arriveranno degli artisti che trarranno ispirazione dalla Mole per le loro opere. Ma queste sono solo le fantasie di un vecchio. La vostra amata Mole andrà giù prima che tutto questo accada. Mi creda». Le sue fantasie, a quanto pare, si sono avverate.

Fino al 31 gennaio 2014 al Laboratorio atelier La Fucina di Valentina Laganà in via delle Rosine, 1 bis. Info: www.valentinalagana.it 

 

 

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