Eccoci qui, siamo arrivati alla fine di questa Biennale che ieri ha chiuso i battenti. Una Biennale particolare, fresca, che ai classici nomi ha preferito gli outsiders, forse merito anche del curatore Massimiliano Gioni e del suo titolo, Il palazzo enciclopedico, fatto sta che di circa 178 autori solo una quarantina erano i defunti. I numeri sembrano aver apprezzato questo cambio con 470mila presenze in sei mesi, il 30% in più dei ragazzi sotto i 25 anni e nel solo mese di ottobre si contano 28,386 turisti, più che nella vernice che comunque si aggira intorno alle 20mila presenze. “La qualità va bene – dice il presidente della Biennale Paolo Baratta alla Repubblica di oggi – perché consente di tacitare chi pensa che compito delle istituzioni sia quello di riempire alberghi e ristoranti. Ma quello che importa è che un interesse così vasto di pubblico significa soprattutto il bisogno di sapere, di affinamento culturale, la fiducia nel nostro impegno».