La contro fiera

Fotofever è una fiera interamente dedicata alla fotografia che ha molti punti in comune con la nostra fiera dedicata alla tecnica della luce: Photissima (qui l’intervista al direttore). Ad accomunare i due eventi è il nomadismo, entrambi infatti si propongono come manifestazioni itinernati senza essere legati a un territorio. Vicine le due anche nella nascita, giovanissime entrambe, la nostra appena un anno, la straniera due. Con Photissima, infine la fiera divide anche la concorrenza con un un altro grande evento dedicato alla fotografia: per lo stivale il Mia e per Fotofever il gigante Parisphoto. È infatti in questi giorni che la capitale francese ospita due eventi contemporanei dedicate all’arte della luce. Prima di approdare nella ville lumiere dove è nata due anni fa, Fotofever è stata nel 2012 a Bruxelles con 68 gallerie e più di 10mila visitatori, un bis è stato fatto nella stessa città quest’anno dal 4 al 6 ottobre con 54 gallerie e mille persone in più dell’anno precedente. Torna quindi a Parigi nel carrousel del Louvre e presenta insieme alla solita lista di gallerie anche editori vicini al mondo della fotografia.

Legato alla fiera c’è la promozione del premio dal nome molto creativo Fotoprize. Il riconoscimento è però annuale e non legato alle varie edizioni della fiera. Van De Steene è la vincitrice del 2013, vive e lavora in Belgio e scattando in pellicola sperimenta la tecnica del collodio umido su una matrice in vetro, i suoi lavori sono stati esposti a Bruxelles e ora in mostra nell’edizione parigina. Fototalks è invece un fitto programma di dibatti aperto a tutti che ruotano intorno alla fotografia, come il suo rapporto con il video, l’amore e odio con il mondo del collezionismo e il suo valore nel mondo contemporaneo, non molto buono del resto, basta vedere cosa ha fatto il settimanale francese Libération proprio in questi giorni per proteggere il fotogiornalismo. Spicca l’iniziativa fotofolios dove gli esperti chiamati dalla fiera giudicano i portfolio degli artisti o di chiunque intenda sottoporre il proprio lavoro a giudizio. I posti ovviamente non sono infiniti ma consentono un vis à vis con un critico o un esperto nel campo della fotografia.

Un tema comune invece unisce una sezione della mostra dedicata al collezionismo. Raccolte dal suo tesoro, il collezionista è invitato a unire una serie di scatti con un filo rosso e se lo scorso anno ci ha pensato l’olandese-brasiliano De galila con il fil rouge dell’occhio, quest’anno il francese Alexandre Dupouy propone il sedere. L’esposizione mette in parallelo fotografie di inizio secolo con scatti contemporanei, opere di grande formato con intime cartoline nella mostra curata da Èmilie Dujat con lo stesso collezionista.

Fino al 17 novembre; fotofever; carrousel del Louvre, Parigi; info: www.fotofeverartfair.com

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