Il centenario di Britten

Nel 2013 gli appassionati di musica non celebrano solo una ricorrenza verdiana o wagneriana, ma anche il centenario dalla nascita di Benjamin Britten. Edward Benjamin Britten era inglese, e sappiamo bene quanto la pragmatica Inghilterra scarseggi di geni della musica, di conseguenza è unanimemente e inevitabilmente considerato uno dei più grandi musicisti britannici del XX secolo, che fu capace di distaccarsi dalla tradizione musicale anglosassone in voga, da lui considerata compiacente e isolana, per guardare a modelli ben più cosmopoliti e progressisti, come Strawinski; fu inoltre molto incuriosito dalla musica di Bali e del Giappone. Il suo componimento più noto e impegnato è il War Requiem, ritenuto una preghiera di fratellanza contro l’orrore della seconda Guerra mondiale: ispirata alla tragedia storica causata dall’operazione Luftwaffe, che rase al suolo la cittadina di Coventry. Se la base di War Requiem è il testo latino della messa dei defunti, l’aggiunta dei versi bellissimi e desolati di Wilfred Owen, poeta inglese caduto in battaglia negli ultimi giorni della prima Guerra mondiale, conferisce all’opera un colore più preciso. Non della morte come tale si tratta ma, appunto, della morte in guerra, della sua insensatezza, come pure dell’esperienza di perdita del sé a cui va incontro, in guerra, anche chi sopravvive.

Una delle opere più note di Britten è The Young Person’s Guide to the Orchestra (1946), composta per accompagnare Instruments of the Orchestra, un film educativo prodotto dal governo britannico. L’opera usa come tema centrale una melodia tratta dall’Abdelazar di Henry Purcell. Britten crea variazioni per ciascun strumento dell’orchestra, partendo dai legni, quindi gli archi, gli ottoni e infine le percussioni. Britten riunisce quindi l’intera orchestra per una fuga, prima di riprendere il tema e concludere l’opera. Nel film originale era presente un commento parlato, ma questo viene spesso omesso nelle esibizioni concertistiche e nelle registrazioni.

Britten è giustamente considerato uno dei più grandi musicisti britannici dopo Haendel. Ha infatti praticamente creato il sistema produttivo operistico inglese, e non è cosa da poco, in veste di fondatore dell’english Opera group, per il teatro musicale da camera. Il talento di Britten fu precocissimo, a 10 anni aveva già composto un Simple Simphony, e fu molto attivo anche come pianista e direttore d’orchestra delle sue composizioni. L’opera Peter Grimes, proposta dall’accademia di Santa Cecilia, sotto la direzione di Pappano, resta tra le più singolari espressioni del teatro musicale contemporaneo, perché la concentrazione drammatica dell’azione e i caratteri dei personaggi sono ottenuti attraverso una vocalità sempre limpida e con un linguaggio musicale nutrito ai più diversi influssi. Britten non ha mai avuto paura di attingere a soggetti letterari illustri, anzi ne trasse originale ispirazione. Nel 1954 fu la volta di un altro grande successo messo a segno da Sir Britten, Il giro di vite: un’opera da camera dallo stile eclettico, tratta dalla celebre novella di Henry James, in cui una sottile magia di timbri vocali determina, col risentimento di una certa tradizione musicale britannica, un clima di ambiguità psicologica molto suggestiva e inquietante. Da ricordare anche Morte a Venezia da Thomas Mann, Sogno di una notte di mezza estate da Shakespeare, le Illuminazioni, da Ribeaud per soprano e archi e 7 Sonetti di MIchelangelo e The holy Sonnets of John Donne, entrambi per tenore e pianoforte.

Uno dei temi più cari al musicista fu l’infanzia, infatti le sue composizioni parlano spesso dei bambini e ai bambini, asserendo che l’esperienza musicale, fin dalla giovanissima età, deve essere diretta, non solo quindi come fruizione passiva, ma impegno nello studio della disciplina. I bambini devono diventare protagonisti dell’attività musicale, a iniziare dal mezzo di espressione per antonomasia, la propria voce. «Bisogna offrire ai propri simili una musica che serva a ispirarli, a confortarli, a commuoverli, a divertirli e magari a educarli», diceva Britten. La musica è quindi un eccezionale veicolo di messaggi e mezzo di comunicazione in grado di essere recepito da tutti. Il mondo dei piccoli non è per lui un universo fittizio da ricreare artificialmente, ma un universo autentico a cui guardare in ogni sua manifestazione.

I temi affrontati grazie ai suoi componimenti restano ancora oggi estremamente sensibili e attuali: la denuncia dello sfruttamento minorile, la ricerca della pace e il diritto alla felicità dei popoli, l’infanzia vista come momento di crescita e di diritto all’espressione di sé. Nelle sue opere riesce a suggerire tutto questo senza mai scadere in retorici sentimentalismi, ma con una vena musicale spontanea, spesso umoristica e giocosa, nella certezza che il divertimento è l’arma più efficace per l’educazione: «Pleasing people today as seriously as we can», amava ripetere, come a dire che la musica è un gioco da prendere sul serio.

Gli appuntamenti del centenario sono disseminati in ogni luogo del mondo: concerti, proiezioni, mostre e tavole rotonde, offrono un inventario sterminato ed esaustivo del musicista, e culmineranno il 22 novembre in corrispondenza del suo giorno di nascita. Genova, attraverso i musicisti del Carlo Felice, celebra Britten con una serie di eventi offrendo spazi suggestivi, come ad esempio vari palazzi storici della città. I concerti spaziano dal War Requiem al festival Theatre di Adelaide o al Theatro Municipal di San Paolo in Brasile,o al John F. Kennedy Center for the Performing Arts di Washington, solo per citare alcune esecuzioni. In Messico si avrà la serata Una vuelta Britten, una trasmissione della principale stazione radiofonica del paese con un’antologia dei capolavori del compositore. Da segnalare la proiezione del film The habit of Art, dal drammaturgo inglese Alan Bennett , incentrata su un incontro immaginario tra il poeta Auden e l’amico Benjamin Britten Britten, mentre sta componendo l’opera Morte a Venezia. A celebrare il musicista attraverso una mostra sarà anche il College Rcm, in cui studiò a partire dal 1930. Illuminating Britten è invece una tre giorni di dibattiti, concerti e istallazioni di pannelli in onore del compositore, presso la Barbican and Guildhall School of Music & Drama di Londra.

Per chiunque voglia conoscere dettagliatamente ogni evento in onore del grande genio inglese si suggerisce di visitare il sito delle celebrazioni www.britten100.org/home

 

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