Erano belli i soldati

Galleria Atlantica, Altavilla, Vicenza espone Quanto erano belli i soldati, una personale dedicata a Gian Marco Montesano. Nato a Torino nel 1949, si è formato studiando nel capoluogo piemontese al Seminario salesiano di Valdocco. Non segue la vocazione ecclesiastica, più forte è la predisposizione artistica e intellettuale che lo portano negli anni Settanta prima a Bologna e poi a Parigi, dove ha modo di conoscere tra gli altri Gilles Deleuze e Jean Baudrillard. Le sue prime opere sono riproduzioni di Madonne e di quelle immagini sacre come i ricordi distribuiti ai fedeli nei santuari e durante gli esercizi spirituali. Montesano le ingrandisce e le rivisita in chiave postmoderna rifacendosi alla bella tradizione della pittura popolare ma anche rivestendole di significati concettuali. Diversi sono i dipinti dedicati a Torino e al ricordo di suo padre che lavorava nel mondo dell’avanspettacolo. Dalla fine degli anni Ottanta e per tutti gli anni Novanta, Montesano viene inserito nell’ambito del cosiddetto Medialismo, la corrente di revival pittorico, di matrice neopop e fumettista, della quale è stato un precursore assoluto. Un artista che oltrepassa lo specchio dell’ovvio, consapevole di toccare tematiche apparentemente comuni che in realtà abbracciano a pieno lo scopo intrinseco dell’arte: porsi delle domande.

Oggi, Atlantica presenta uno spaccato dell’artista che indaga le identità sociologiche perse da un individualità che ci strige l’anima. Se da un lato le opere sono figurative e di primo impatto descrittive di un paesaggio comune nella sua singolarità, in profondità, nel cuore della pittura, esplodono decine di variabili concettuali. Tutte capaci di superare ciò che appare scontato, alla ricerca di risposte a domande senza tempo che volano sospese sopra di noi, tra il sogno e la realtà. Vasti paesaggi di gusto romantico, veri, autentici, si scontrano con le immagini di una verità effimere come quelle di dive eterne, senza età. Un duello tra ciò che riteniamo concreto, puro, incontaminato e un altro mondo gemello, da noi stessi sublimato al punto tale come se a renderlo irraggiungibile, tutto possa giustificare il sogno, l’ideale di perfezione. Come i lavori che ritraggono fiori enormi, così da esaltare, all’ennesima potenza, il salto oltre la siepe della quotidianità. Qui la naturalità delle immagini cresce a dismisura invadendo i confini dell’effettivo senza lasciare quella nebbia di illusione che ti avvolge, ti coccola. Sentirsi Alice che nel pese delle meraviglie riuscendo a scovare con la fantasia l’autenticità delle cose. Tra le ultime esposizioni nel 2002 una collettiva alla galleria Boxart di Verona con opere legate alla tematica dei vizi capitali, nel 2006 l’Assessorato alla cultura del Comune di Pietrasanta ha promosso la mostra Berlino 1936, curata da Valerio Dehò, nelle sale del Chiostro di Sant’Agostino a Pietrasanta. Nel 2008 espone La canzone del male, galleria Umberto di Marino, Napoli, a Trento presenta in Palazzo Trentini Il mito del gesto sportivo nell’arte del ‘900, arte e sport. Nel 2010 alcuni ultimi lavori sono esposti con Gian Marco Montesano, il fantasma dell’opera galleria Villa Franceschi, Riccione. Gian Marco Montesano.

fino al 20 novembre; galleria Atlantica, via Piave 35, Altavilla Vicenza; info: www.atlanticagalleria.it