Un passaggio di consegne tra Paolo Colombo, Mahita El Bacha Urieta, Marina Fokidis e la presidente di Art for the world, Adelina von Furstenberg nominata come curatrice della nuova edizione della biennale di Salonicco, in apertura per il prossimo 18 settembre. Non casuale la scelta della von Furstenberg, da anni impegnata attraverso la nota ong ginevrina, nella realizzazione di importanti progetti che, attraverso il linguaggio universale dell’arte, riescono a portare all’attenzione del mondo temi e problemi quali: il multiculturalismo, la tolleranza, la solidarietà, la fame, la guerra, l’inquinamento.
Con il titolo scelto per la mostra principale della Biennale, Everywhere but now, l’accento va sulla stretta relazione tra lo spazio (Everywhere), connotato dalle differenti matrici culturali dei vari paesi affacciati sull’area mediterranea, e il tempo (Now), dove il presente appare carico di complessità storiche tuttora attuali. La curatrice ha voluto in tale contesto mirare una riflessione sul ruolo e l’importanza del Mediterraneo. «Non è certo solo la culla dell’antichità, né tanto meno lo specchio del cielo blu» dichiara decisa la von Furstenberg, discostandosi da precedenti esposizioni e lavori dedicati al Mediterraneo in generale. L’intento, infatti, è quello di portare alla luce l’importante scenario sviluppatosi attorno alle acque mediterranee, che, oltre a fungere da vero e proprio ponte tra culture diverse, è teatro di conflitti tra i più intensi al mondo. «Ci sono popoli con diverse religioni, storie e usi, che vivono in perenne continuità tra antico e presente, ad accomunarli, quella matrice, mediterranea per l’appunto, che li vede tutti uniti in una comune realtà: il legame con il mare (…). Ho invitato artisti non solo mediterranei a lavorare sul tema, poiché ritengo che oggi la realtà contemporanea, sia molto più forte dell’arte. Un tempo, gli artisti anticipavano la realtà, oggi invece la rincorrono per commentarla».
In tal senso la cronaca, il presente, la realtà, il now, contaminano lo spazio, vicino o lontano che sia, l’everywhere; dunque venticinque sono i paesi coinvolti e più di cinquanta gli artisti in mostra. Non più confini per il Mediterraneo, quando esso sconfina nell’Atlantico o nel Pacifico, andando a chiamare voci dal Brasile, da Cuba, per poi spostarsi dall’Iran all’India abbracciando via via gran parte d’Europa. Spiega ancora la curatrice «Il Mediterraneo è luogo d’incontro geografico e storico tra benessere e povertà, instabilità politica e insicurezza, gli artisti invitati, con le loro opere, realizzate con pittura, scultura, fotografia, video installazione e performance, recuperano le loro radici confrontandole con la realtà in cui vivono». Alla domanda se tra le opere in mostra vi si possa trovare un messaggio positivo per il domani, la von Furstenberg, spiega come la riflessione d’insieme esulerà dalla drammaticità della primavera araba, della crisi e delle questioni medio-orientali, lasciando che un battito pulsante, magari dal ritmo rap, coinvolga il pubblico rivolto a un domani più consapevole.
Dal 18 settembre, fino al 31 gennaio 2014; info:www.tessalonikibiennale.gr