L’erotismo di Crepax

Ritratto (erotico) di un’artista. Prendendo in prestito larga parte del titolo della mostra milanese accolta a palazzo Reale fino a metà settembre (Guido Crepax, ritratto di un artista) – realizzata dall’archivio Crepax in occasione del decimo anniversario della scomparsa dell’autore, distribuita in dieci sale tematiche che affrontano a 360 gradi la vita privata e professionale di uno dei più grandi maestri italiani del fumetto – appare una logica conseguenza presentare l’intrigante rassegna (aperta al pubblico dal 10 settembre al 12 ottobre) alla galleria Nuages. Un’esposizione accolta sempre nel capoluogo lombardo (centro natio di Crepax, dove è scomparso nel 2003 all’età di settanta anni) che vira, però, sull’universo carnale del genio della matita.

In linea con il progetto espositivo sopra citato, la rassegna Il romanzo erotico e l’erotico nel romanzo presenta al pubblico una scrupolosa selezione di circa trenta tavole originali, tratte dalle versioni a fumetti di celebri romanzi erotici, relative agli aspetti più oscuri e morbosi di alcuni classici della letteratura rivisitati dal segno di Crepax. L’allestimento in via del Lauro celebra il personaggio della conturbante Valentina (celebre fumetto nato nel 1965, esordisce sulla rivista Linus come personaggio secondario di una serie nel quale è la fidanzata di un critico d’arte), le cui vicende si declinano sulla base di un filo conduttore erotico all’interno del quale convivono elementi avventurosi e fantascientifici. Tra finzione e realtà, dunque. Al pari dei molti lettori che, nel corso degli anni, hanno visto in questa ragazza dall’immancabile caschetto nero un desiderio proibito. Che poi erotismo e proibito sono due termini che possono (devono?) andare a braccetto. Concetti mutilati da una definizione algida come quella che la Treccani attribuisce al primo («insieme delle manifestazioni affettive e comportamentali dell’istinto sessuale»). Perché la passione è, di per sé, il sapersi mettere in gioco. Come Valentina, appunto, bacchettata in un’occasione dai cattolici: era il 1992 quando alcune strisce di Crepax, ritenute troppo audaci anche da Avvenire, vennero pubblicate nel libro Quel fantastico treno fumetti d’autore sulla ferrovia, edito da Adnkronos. Che cosa mostravano? Chiudete gli occhi e immaginate la scena: si sfila lentamente i collant, abbraccia un’altra donna e la bacia con trasporto. La scena si svolge a bordo di un treno in corsa e la matita di Crepax indugia (perché è questo che il lettore pretende) sulle pieghe degli abiti corti e sulle sinuosità dei corpi delle due donne, esaltandone l’innata sensualità. Il volume, nel quale fu pubblicato Scambio imprevisto, presenta i contributi anche di altri quattro maestri del fumetto: Cinzia Leone, Lorenzo Mattotti, Hugo Pratt e Josè Muñoz Sampayo. A dare scandalo però fu soltanto Valentina, e in questo senso Leone ha le idee piuttosto chiare: «Strisce troppo audaci? Il coraggio uno, se non ce l’ha, mica se lo può dare. E Valentina di coraggio ne aveva da vendere». Lo stesso coraggio – leggi incoscienza – che spinse una giovane Demetra Hampton a s(vestire) i panni di Valentina nell’omonima serie tv ispirata al fumetto. Sogno e tangibile che non si incontrarono mai.

Ma è dalla cronaca che lo sguardo di Crepax attinge: Valentina Rosselli – questo il nome all’anagrafe – tanto timida quanto esibizionista, è una talentuosa fotografa di moda (talvolta un po’ troppo dura ed esigente con le sue modelle, ma la dominazione fa parte del gioco), con un deciso interesse per gli scatti erotici, passione che la porta ad esplorare le sue fantasie e i suoi desideri sessuali inconfessati. Fisicamente ha i tratti di Louise Brooks, attrice statunitense del cinema muto morta nel 1985 alla soglia degli ottant’anni. «Credo che la vita dell’eroina dei miei fumetti e la tua abbiano qualcosa in comune. Anche Valentina talvolta si sente perduta e rinuncia a sperare. Quindi cerca rifugio nel mondo dei sogni e delle memorie», scriveva l’artista milanese in una missiva alla stessa Brooks. Una donna emancipata Valentina, «non la super corazzata alla Tinto Brass, tanto per intenderci. Lei è una donna giovane, magra, raffinata, professionalmente e sessualmente indipendente», spiega Dino Caterini, direttore della scuola internazionale di comics a Roma, che precisa come Valentina «venga sempre coinvolta in storie che spaziano dal giallo all’onirico, con particolare rimando ai classici dell’erotismo, come ad esempio quelli del marchese De Sade». Un erotismo, ad ogni modo, mai volgare né umiliante per la donna. Quindi Caterini traccia un ricordo di Crepax. «È stato uno dei primi, in Italia, a introdurre i nudi femminili nel fumetto, avvalendosi di inquadrature particolari grazie anche al cinema di quel periodo. Ha fatto ricorso a dettagli e primi piani che fino ad allora non si usavano». Ma con quale intento? «Mirava a fornire una lettura più prolungata, a far sì che il lettore partecipasse come se stesse assistendo a un film». Tra i lavori in mostra (che spaziano dalla fine degli anni Sessanta al termine degli anni Ottanta) citiamo Bianca, una storia eccessiva e I viaggi di Bianca; Anita, una storia possibile, Hello Anita e Anita in diretta; Valentina, storia di una storia; Conte Dracula, Venere in pelliccia, Dr. Jekyll e Mr. Hyde, Giro di vite. Un universo, quello di Crepax, «che nasce dalla scena culturale e artistica della Milano di un tempo, la città delle fabbriche che erano non soltanto luoghi di lavoro, ma che producevano libertà di pensiero e adesione», illustra l’assessore alla cultura del comune di Milano Filippo Del Corno. E mentre per Umberto Eco «con Crepax cambiava il senso del tempo nel fumetto», la rassegna Il romanzo erotico e l’erotico nel romanzo può rappresentare un’ottima occasione per mettere a confronto il suo mondo artistico con quello di Milo Manara. In termini di erotismo, sia ben chiaro. «Le differenze tra i due sono notevoli – riprende Caterini – dal canto suo Crepax, non avendo mai affrontato il colore, ha creato un erotismo cerebrale e suggerito, che deriva più dalla storia che dall’immagine, introducendo una serie di elementi sadomaso come stivali, cuoio e fruste». E Manara? «Beh, lui ha originato un erotismo visivo. La storia è un pretesto che permette all’autore di portare avanti le indagini anatomiche sui suoi personaggi di donna-bambina».

Fino al 12 ottobre, galleria Nuages, via del Lauro 10, Milano; info: www.nuages.net