Lacrime al Campiello

Venezia

Non era mai successo prima. Per la prima volta nella storia del Premio Campiello ha vinto uno scrittore morto prima della serata finale. E lo ha fatto con un libro ispirato alla granitica forza e, allo stesso tempo, alla fragilità della donna. Ugo Riccarelli, scomparso il 21 luglio, aveva dedicato il suo libro, L’amore graffia il mondo (Mondadori), proprio a loro. Con questo romanzo che vede protagonista Signorina ha conquistato anche la giuria dei 300 lettori anonimi che con 102 voti su 289 schede arrivate lo hanno premiato. La premiazione è avvenuta ieri sera a Venezia, nel fantastico Gran Teatro La Fenice, al termine di una serata entusiasmante, resa briosa e gradevole dalla conduzione di Neri Marcorè e Geppi Cucciari. Una serata in cui il sentimento espresso con tale delicatezza ed efficacia da Riccarelli ha vinto su tutto e su tutti. Peccato che a vivere lo straordinario fascino di una serata intrisa di cultura e letteratura mancasse solo lui, il vincitore. Riccarelli ha comunque suggellato con questa vittoria postuma una carriera letteraria che lo ha visto sempre protagonista, già vincitore del premio Strega nel 2004 con Il dolore perfetto.

Il libro di Riccarelli racconta le vicende di una famiglia, parla di rinunce, sacrifici, dagli anni ’20 ai giorni del benessere e tra i personaggi c’è Ivo che, come lo scrittore, soffre di una complicazione polmonare. «L’amore graffia il mondo – aveva detto Riccarelli in uno degli ultimi incontri dedicati al Premio – vuole essere un omaggio a tutte le donne». Signorina, la fragile, tenera e determinata protagonista del romanzo è una sorta di eroina del quotidiano come milioni di donne. «Forse – diceva Riccarelli – è una specie di emblema delle donne del secolo scorso. Quello che più mi ha dato nel raccontarla è stata la possibilità di mettere le mani dentro una parte dolorosa dell’umanità, il sacrificio». I finalisti del Campiello, a poche ore dalla cerimonia al Gran Teatro La Fenice avevano parlato del loro desiderio che la premiazione fosse una grande festa, come voleva lui. L’unico a conoscerlo prima dell’avventura del Campiello era Valerio Magrelli ma tutti gli altri erano rimasti conquistati dal suo sorriso.

Al secondo posto Fabio Stassi, che guidava la cinquina, con 82 voti per L’ultimo ballo di Charlot (Sellerio), seguito da Giovanni Cocco con La caduta (Nutrimenti), 47 voti, e da Beatrice Masini con Tentativi di botanica degli affetti (Bompiani), 36 voti. Ultimo Valerio Magrelli con Geologia di un padre (Einaudi) che ha avuto 21 voti. Proprio Stassi aveva spiegato, in attesa dell’assegnazione del Supercampiello, come fosse «nata una fortissima empatia fra noi, in poche ore. Anche sua moglie mi è piaciuta moltissimo nel suo modo di essere qui per Riccarelli». La serata, con la nuova sigla girata a Venezia di Duccio Forzano, regista di tutta la trasmissione, trasmessa in diretta dalla Rai, si è aperta con la messa in scena ironica, grottesca e surreale di Roberto Castello, de La scopa del sistema di David Foster Wallace e altri intermezzi teatrali. A far da mattatore Alberto Arbasino, premio alla Carriera, che parlando di «promesse, soliti stronzi e venerati maestri – ha detto – la seconda è la categoria che è sempre stata più rappresentata in Italia». La giuria popolare dei Trecento Lettori Anonimi (289 i voti pervenuti), era composta da 29 casalinghe, 50 imprenditori, 97 lavoratori dipendenti, 74 liberi professionisti e rappresentanti istituzionali, 33 pensionati, 23 studenti.

«Sono orgogliosa di essere qui per lui e per tutte le donne che Signorina rappresenta» ha detto la moglie dello scrittore, Roberta Bortone Riccarelli che ha ritirato il premio consegnato dal presidente di Confindustria Veneto e del Campiello, Roberto Zuccato in una serata in cui e’ cresciuta progressivamente l’emozione ed e’ stato forte l’effetto dolore. «Sono molto emozionata e capirete i motivi. Ho sempre detto a mio marito che lo avevo sposato perché mi faceva ridere e mi portava il caffè a letto la mattina».

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