Viaggio nella vagina

Johannesburg

Nel 1994 l’artista libanese Mona Hatoum con l’istallazione corps étranger ci faceva entrare nel suo corpo, ripreso da una telecamera per endoscopia. Questa volta è il turno dell’artista africana Reshma Chhiba, che ci fa camminare non virtualmente, ma fisicamente, all’interno di una vagina. Giant walk–in vagina è il titolo dell’opera lunga dodici metri che i visitatori possono percorrere solamente scalzi. L’opera è stata realizzata in un’ex prigione femminile di Johannesburg, la stessa in cui è stata rinchiusa nel 1958 Winnie Madikizela–Mandela, l’ex moglie di Nelson Mandela, imprigionata per lungo tempo per aver protestato contro l’apartheid. L’opera fa parte di una mostra intitolata The two talking yonis (le due vagine parlanti), laddove yoni è la traduzione del termine vagina in sanscrito. La mostra e l’opera stessa si arricchiscono di una valenza profondamente simbolica e diventano l’emblema di una rivalsa all’interno di un luogo in cui le donne venivano maltrattate. Come in un luogo sacro le persone sono invitate a togliersi le scarpe e a percorrere il lungo corridoio, accompagnate da suoni, urla e risate registrate.

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