Hanru, coraggioso cinese

Arriva nella spossatezza della pausa estiva la notizia della nomina di Hou Hanru a direttore artistico del Maxxi. E per la pasionaria Giovanna Melandri sono ancora polemiche. Questa notizia si aggiunge a quella del presunto, imminente stipendio (alcuni hanno parlato di 150mila euro l’anno e si sono beccati una querela). E il presidente della fondazione del museo del XXI secolo, più combattiva che mai, dalle pagine di Repubblica, annuncia altre azioni legali contro chi si azzarderà in futuro – come quegli impuniti di Dagospia a cui non pare vero di essere stati tirati in ballo – a fare ipotesi fantasiose sulla sua retribuzione, che «è legittima, visto che da aprile il Maxxi è diventato un ente di ricerca». All’inizio del suo mandato, chiamata dall’allora ministro Ornaghi a risollevare le sorti dell’istituzione capitolina stremata da una gestione dubbia, accettò giurando che avrebbe lavorato gratis… per un anno. Poi le cose sono cambiate con il nuovo status giuridico. Quindi, una delibera sullo stipendio della Melandri era attesa. Invece, viene rinviata a settembre e si sgancia un’altra bomba: la direzione artistica affidata a Hou Hanru, cinese classe 1963, già curatore della Biennale di Shangai nel 2000, di Tirana nel 2005, di Istanbul nel 2007 e Lione nel 2009. Un professionista con un curriculum di tutto rispetto, ma che qualche dubbio lo solleva. Parlerà pure la nostra lingua, ma perché – si chiede qualcuno, certo malignamente – non è stato scelto un italiano? Perché – risponde sempre il maligno di turno – si è ripiegato su questo, visto che il compenso non proprio stratosferico di 4.000 euro netti al mese non attirava certo nomi più blasonati. E poi, chi mai dovrebbe impelagarsi nella gestione di un’istituzione problematica come il Maxxi, instabile finanziariamente e priva di solide basi gestionali? Appunto, un coraggioso cinese. A cui va il nostro plauso.

La selezione, effettuata a livello mondiale a chiamata su curricula, è stata affidata alla Odgers Berndtson italiana, branch nazionale di uno dei maggiori gruppi europei di Executive search. Sono stati valutati candidati provenienti dalle più importanti istituzioni artistiche e culturali di sei paesi in tre continenti: in totale una selezione di 20 nomi. Tra questi, alla fine, le tre dame del cda – Giovanna Melandri, Beatrice Trussardi e Monique Veaute – hanno optato per Hanru. Hanru è un critico e curatore che vive tra Parigi e San Francisco. Nato nel 1963 a Guangzhou, in Cina, si è laureato all’accademia centrale di Belle arti di Pechino. Dal 2006 al 2012 è stato director of exhibitions and public programs e chair of exhibition and museum studies al San Francisco Art institute. Ha curato numerose mostre in tutto il mondo e diverse Biennali, tra cui, alla Biennale di Venezia, il padiglione francese nel 1999, la mostra Zou – Zone of urgency nel 2003 e il padiglione cinese nel 2007. Co-direttore del primo World Biennale Forum di Gwangiu nel 2012, attualmente è il curatore della quinta Triennale di Auckland. È stato consulente in numerose istituzioni internazionali, tra cui Walker art center (Minneapolis) e Solomon R. Guggenheim museum (New York). Collabora con riviste internazionali d’arte, tra cui Flash art international, Art in America, Art Asia Pacific, Yishu, Art-It.

Il nuovo direttore artistico del Maxxi si presenterà al pubblico romano in una conferenza stampa in programma il 29 agosto, per poi insediarsi ufficialmente a settembre. Diramata la nota stampa, rilasciata l’intervista di rito a Repubblica, dal Maxxi hanno deciso di non far uscire altre dichiarazioni fino a fine mese. Si smorza la polemica, soffocata da una rovente afa capitolina. Tutto rinviato a tempi migliori o forse solo più freschi.

 

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